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Il nuovo report dell'Iss sul Covid: no-vax a rischio morte 33 volte di più

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Giusi Brega
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Per i non vaccinati il rischio di morire per Covid è 33 volte più alto rispetto a chi ha fatto il booster. E il tasso di ricoveri in terapia intensiva per gli over 12 è circa 39 volte più alto rispetto ai vaccinati in tripla dose. Sono questi alcuni dei dati pubblicati ieri nel rapporto esteso dell'Iss, che integra il monitoraggio settimanale sul Covid. Proprio venerdì a Latina, un 28enne non vaccinato è morto dopo aver trascorso 5 giorni in terapia intensiva. Un caso che va ad aggiungersi a quello della giovane incinta, anche lei non immunizzata, che è morta a Roma per Covid, riuscendo però a dare alla luce il figlio che, fortunatamente, sta bene. «Il Covid colpisce duramente anche i giovani. È importante fare la vaccinazione, è troppo pericoloso» è il commento dell'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato. Dal report dell'Istituto Superiore di Sanità emerge anche che l'efficacia del vaccino nel prevenire l'infezione è pari al 66% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 53% tra i 91 e 120 giorni, e 34,7% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. È invece pari al 66,7% nei soggetti vaccinati con booster.

 

 

Altro dato interessante, è che dal 24 agosto dell'anno scorso al 9 gennaio sono stati segnalati 108.886 casi di reinfezioni, pari al 2,7%. Occhi puntati anche sui più piccoli, tornati tra i banchi da un paio di settimane. «Verosimilmente per la riapertura delle scuole e la maggiore attività di screening effettuata all'interno delle strutture scolastiche», si legge nel report, nell'ultima settimana è cresciuta la percentuale dei casi in età scolare (24% contro il 20% della settimana precedente). Negli ultimi sette giorni il 13% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 38% nella fascia d'età 5-11 anni, il 48% nella fascia 12-19 anni. In tutte le fasce d'età da 0 a 19 anni, si registra una diminuzione del tasso di ospedalizzazione. Tuttavia «risultano in aumento i casi diagnosticati per 100mila abitanti nella fascia 5-11 anni e nei bambini sotto i 5 anni».

 

 

Intanto, dati delle ultime 24 ore forniti dal ministero della Salute sembrano confermare una leggera frenata nei casi: sono 171.263 le nuove diagnosi, a fronte delle 179.106 di venerdì. I decessi odierni sono 333 (ieri 373). I tamponi processati sono stati 1.043.649, con un tasso di positività pari al 16,4% (a fronte del 16% del giorno prima). Sono invece 121 i nuovi ricoveri in terapia intensiva registrati in Italia nelle ultime 24 ore, mentre lo stesso giorno di una settimana fa erano stati 141 (-14,2%). Negli ultimi 7 giorni sono entrate in terapia intensiva 958 persone, in diminuzione del -7,0% rispetto alla settimana precedente (9-15 gennaio). La pressione sulle strutture ospedaliere da lunedì ridipinge l'Italia: Puglia e Sardegna passano in giallo. Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia si tingono invece di arancione.

 

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