Omicron rallenta ma la pressione sugli ospedali resta alta. Chi rischia la zona arancione
L'Italia è sul picco e vede la discesa. I dati degli ultimi giorni tracciano uno scenario piuttosto chiaro. La corsa folle di Omicron ha perso la sua velocità e questa settimana sarà cruciale per capire se la discesa sarà altrettanto veloce o se, invece, ci si assesterà su un plateau di contagi con cifre giornaliere ancora piuttosto consistenti. I nuovi positivi al Covid registrati dall'ultimo bollettino sono 83.403, circa 20mila in meno dei 101.762 di lunedì scorso.
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Buone notizie anche dal tasso di positività che si attesta al 15,4% rispetto al 16,6% di sette giorni fa. Resta però alta, e lo sarà ancora per alcune settimane, la pressione sugli ospedali. Il saldo odierno dei ricoveri è di +509, quello delle terapie intensive +26 con 122 ingressi giornalieri. Attualmente i ricoverati con sintomi sono 19.228 mentre in terapia intensiva si trovano 1.717 malati. Si sono registrati inoltre 287 decessi. E proprio la pressione sulle strutture sanitarie potrebbe portare altre regioni a fare compagnia alla Valle D'Aosta in zona arancione. Quelle più a rischio secondo i parametri vigenti sono Sicilia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo. Quella dell'Italia «a colori» potrebbe però diventare presto un immagine in bianco e nero. Sul sistema infatti le Regioni chiedono a gran voce una revisione e una discussione in merito sarà aperta. Che una riconsiderazione sia «nella logica delle cose» lo ha confermato anche il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, ma non subito. Discorso identico anche per la proposta di «liberare» gli asintomatici dopo cinque giorni.
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«Sono pochi, è una situazione non percorribile», taglia corto Fabio Ciciliano, altro membro del Comitato tecnico scientifico. Una mano tesa alle Regioni arriva invece dal sottosegretario al ministero della Salute, Andrea Costa. L'invito ai territori è quello di non fare «fughe in avanti» ma, allo stesso tempo, serve «avviare un confronto per condividere regole nuove di fronte a uno scenario che è cambiato».
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«È giusto - riflette - di fronte a un popolo italiano che per il 90% si è vaccinato, dare delle prospettive ai cittadini». E sul bollettino giornaliero Costa, pur nel «profondo rispetto» del Cts ribadisce che si è di fronte «più ad una scelta politica più che scientifica». Intanto il boom di Omicron e le nuove restrizioni decise dal governo hanno ridato vigore alla campagna vaccinale. Nell'ultima settimana sono state somministrate 4 milioni e mezzo di dosi. «È il numero più alto in soli 7 giorni dall'inizio della campagna vaccinale», esulta il ministro della Salute, Roberto Speranza.