Il parere dell'esperto: "Il vaccino Novavax funzionerà meglio di Pfizer e Moderna"
Si attende la consegna delle prime dosi del vaccino Novavax in Italia, il siero più tradizionale a base di proteine che si affiancherà a quelli basati sulla tecnologia mRNA, Pfizer e Moderna, per combattere il Covid. Secondo alcuni esperti, Novavax potrebbe funzionare meglio nel bloccare la variante Omicron.
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«I vaccini in distribuzione, che si basano sulla tecnologia a mRNA non sembrano in grado di schermare completamente l’organismo dalla variante Omicron. Forse una piattaforma differente, come quelle a base di proteine, potrebbe offrire una protezione più duratura» sottolinea all’AGI Paolo Vezzoni, ricercatore presso l’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb), spiegando che, viste le curve epidemiologiche e i numeri associati alla diffusione della variante Omicron, potrebbe essere utile valutare l’efficacia di una vaccinazione differente.
«I vaccini come Pfizer e Moderna - spiega l’esperto - introducono nelle cellule l’RNA virale, che stimola la produzione di proteina spike virale, mentre i vaccini di tipo tradizionale, come Novavax, introducono direttamente la proteina, che attiva la riposta immunitaria. L’efficacia del vaccino dipende anche dal tipo di risposta immunitaria elicitata dal vaccino».
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Il meccanismo alla base del quale gli anticorpi riconoscono la proteina può inoltre influenzare la risposta immunitaria sviluppata a seguito della vaccinazione. «La situazione emergenziale continua a provocare disagi, difficoltà, infezioni, ricoveri e decessi - commenta Vezzoni - credo sia opportuno evidenziare l’importanza di tutte le azioni di ricerca e monitoraggio, vagliando tutti i mezzi a nostra disposizione per contrastare la diffusione del contagio. Un’accurata protezione vaccinale è fondamentale per prevenire il contagio e le infezioni gravi. Non sappiamo se i vaccini proteici siano più o meno efficaci nel lungo termine rispetto alle piattaforme a mRNA, né quale sia la migliore strategia di protezione per la popolazione, ma credo che sia il caso di progettare degli studi specifici per rispondere a questi interrogativi»