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Il tampone rapido ci salverà, la ricetta di Remuzzi sul Covid

Federica Pascale
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Controcorrente rispetto ai colleghi, il professor Giuseppe Remuzzi salva e, anzi, promuove l’utilizzo del tampone rapido come strumento contro la diffusione del Covid 19. Ospite di Myrta Merlino a L’Aria che Tira, durante la puntata di lunedì 17 gennaio, il direttore dell’Istituto Mario Negri afferma che: “Questo tampone rapido che è stato considerato non valido, da tante persone e da tanto tempo, va rivalutato”.

A maggior ragione per rallentare la diffusione della variante Omicron, che si trasmette molto più facilmente di tutte le altre conosciute fino ad oggi. “Se è di ultima generazione, ci dà delle informazioni preziose”, sottolinea il professore. E servirebbe anche insegnare alla popolazione a farli a casa, in autonomia, come si fa in Inghilterra: “Facendolo ripetutamente, avremo le migliori garanzie possibili di non far circolare persone che abbiano addosso il virus”.

Fondamentali, nella guerra al Covid, sono le tempistiche: “È più importante fare un tampone rapido due ore prima che quattro giorni dopo”, e evidenzia come quelle file infinite di persone in attesa al freddo, fuori dalle farmacie, per fare un tampone sono anch’esse pericolose, in quanto potrebbero facilmente diventare focolai. “Quando diamo una norma o chiediamo alle persone di seguire una norma, questa deve essere semplice e facile da implementare”. La conduttrice chiede come accertarsi di fare i tamponi giusti, quelli affidabili e di ultima generazione, e Remuzzi risponde: “Bisogna fidarsi della correttezza e dell’onestà del farmacista”, esistono diversi tipi di tampone ma adesso in commercio ci sono praticamente solo quelli.

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