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L'Aria che Tira, Walter Ricciardi fotografa la realtà Covid: “Situazione drammatica negli ospedali”

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Asintomatici o no la situazione degli ospedali italiani è critica. Nel corso della puntata del 14 gennaio de L’Aria che Tira, programma di La7 condotto da Myrta Merlino, è ospite Walter Ricciardi, professore Ordinario di Igiene presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” dell'Università Cattolica, che non si lascia trascinare dentro la discussione su come fornire il bollettino sul Covid. Il consulente del ministro della Salute Roberto Speranza tiene il frena a mano tirato: “Questa classificazione deve essere trasparente e veritiera e deve avere un obiettivo, ovvero quello di dare a chi prende decisioni il quadro aggiornato della situazione dei contagi, dei casi in ospedale e dei morti. Diciamo tutta la situazione sott’occhio per prendere le migliori decisioni. Non vanno occultati parametri e indicatori importanti, il ministero della Salute e il Cts seguiranno la strada dei dati completi e comunicati bene”.

 

 

“Soltanto chi lavora in ospedale si rende conto - dice tristemente Ricciardi scansando le troppe polemiche sui numeri dei ricoverati in ospedale - della drammaticità della situazione. Ieri mi hanno chiamato perché c’era un paziente di 90 anni con un ictus che era positivo al Covid, stava al pronto soccorso di un grande ospedale romano perché non poteva essere trasferito in un reparto normale. Gli ospedali oggi si trovano ad affrontare questa situazione drammatica. Che differenza fa dal punto di vista organizzativo per un ospedale se un paziente c'ha l'ictus o il Covid? È un paziente complessissimo che deve essere assistito in questo momento e non può esserlo perché tutti i reparti sono pieni. L'organico medico oggi è mediamente inferiore del 30%, già rispetto ad organici scadenti. Se noi dovessimo adeguare il numero di infermieri a quelli che ne ha la Germania dovremmo assumerne 53mila, in questo momento questi numeri di infermieri e medici devono fronteggiare la salute di 60 milioni di italiani, non solo per il Covid, ma per tutte le malattie, e non li riescono ad assistere”.

 

 

Ma quindi che cosa succederà dopo la richiesta delle Regioni? Secondo il professor Ricciardi bisogna concentrarsi maggiormente sulla salute delle persone: “Le Regioni sono combattute tra il desiderio di dire alla gente che la situazione sta migliorando e le oggettive situazioni di drammaticità che i medici e gli infermieri vivono negli ospedali. Ma sono queste secondo che devono prevalere. In questo momento gli interventi urgenti dei pazienti oncologici vengono rimandati di due mesi, è un dramma umano per migliaia di pazienti che hanno il cancro e non possono essere operati”. 

 

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