David Sassoli è morto per un tumore del sangue. La verità a Tagadà: basta deliri, odio vergognoso
Si è scatenata la polemica per alcuni commenti sulla morte di David Sassoli. L’ex presidente del Parlamento europeo è venuto a mancare nella notte e qualcuno ha provato ad accostare i motivi del decesso ad un effetto collaterale del vaccino anti-Covid. Nel corso della puntata dell’11 gennaio di Tagadà, talk show di La7, è intervenuto Peter Gomez, direttore della versione online del Fatto Quotidiano, mettendo a tacere ogni possibile speculazione su Sassoli: “David era un giornalista per bene, una persona per bene, che faceva tutte le domande, comode e scomode, sapendo che il servizio pubblico serve per spiegare ai telespettatori quello che accade. L’ho conosciuto tantissimi anni fa, sono indignato per la reazione di alcuni sui social, che hanno preso l’occasione della morte di David per un tumore al sangue che gli è tornato e hanno iniziato a delirare sui vaccini e cose del genere. È veramente brutto, soprattutto perché è una delle poche persone su cui ho messo sempre la mano sul fuoco, che in un Paese come il nostro si approfitti della scomparsa per fare delle polemiche del genere”.
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Anche Alessio Orsingher, conduttore del programma in attesa che Tiziana Panella recuperi dopo la positività al Covid, si unisce alle parole di Gomez: “È un odio inspiegabile, vergognoso, che non merita neanche cittadinanza in un programma televisivo”. Il giornalista cita poi Enrico Mentana, che ha scritto parole di fuoco su Facebook: “Non ho mai visto tanta cattiveria ferina e ribalda. Gioiscono per la morte delle persone con lo stesso entusiasmo dei tifosi per un gol, e quale che sia la causa del decesso lo addebitano al vaccino, ribaltando il suo accertato ruolo salvifico. Con ciò fuorviano gli sprovveduti che li ascoltano, e davvero ne mettono a rischio a vita. E per di più azzerano lo spazio per un più serio controllo critico, in mezzo a quella infrequentabile compagnia di avvoltoi”.