Tiro al bersaglio sui no-vax, ma i problemi sono altri. Ad Otto e mezzo Travaglio mette a nudo gli errori di Draghi
Bocciato su tutta la linea. Marco Travaglio a difesa dei no-vax nel corso della puntata del 10 gennaio di Otto e mezzo, programma serale di La7 che vede Lilli Gruber alla conduzione. Per il direttore de Il Fatto Quotidiano c’è un accanimento eccessivo nei confronti di chi non è vaccinato, ma questa sarebbe soltanto una strategia per mettere sotto al tappeto tutti gli altri errori compiuti dal governo, che è stato travolto dal dilagare di Omicron: “Io non ho criticato il fatto di riaprire le scuole, anzi. Ma hanno riaperto le scuole riaprendo le porte delle scuole, senza porsi il problema di quanti ne entravano di professori e di alunni. Abbiamo scoperto che le mascherine ffp2 che pensavamo venissero consegnate a studenti ed insegnanti in maniera gratuita saranno oggetti del prossimo Consiglio dei ministri, sono rarissime nelle scuole. Il distanziamento non è stato garantito, né sui trasporti pubblici locali e né nelle scuole. Non è stata creata nemmeno un’aula in più, rispetto alle 40mila create dallo scorso governo. Oggi sembrava di essere tornati al 22 luglio con l’infelice frase del green pass. Una cosa incredibile. Tutti i provvedimenti preso sono stato orientati a penalizzare i no-vax, che sono solo uno dei tanti problemi che ci hanno portato a questo disastro aggravato dalla velocità di Omicron. Ma cosa c’entrano i no-vax - l’analisi di Travaglio - con il fatto che la gran parte dei bivaccinati non riesce a fare il booster”.
“È colpa dei no-vax se neanche gli anziani riescono a prenotare la terza dose prima di metà marzo?” si domanda Travaglio, che mette su piazza tutti i problemi attuali della campagna vaccinale: “Ci sono dei problemi enormi, che non c’entrano niente con i no-vax, ma il governo a questi problemi non ha dato alcuna risposta, si è occupato solo dei no-vax senza accorgersi che il problema è il contagio dei vaccinati che non riescono a farsi la terza dose. Prima di imporre il vaccino a quelli che non se lo vogliono fare bisognerebbe garantire il vaccino a quelli che se lo vogliono fare e che non riescono a farselo perché c’è un collo di bottiglia. Sapevamo da giugno che c’era necessità della terza dose e siamo partiti a novembre, stanno cercando di farsela tutti insieme. Ora si aggiungeranno a questi quei pochi non vaccinati che si faranno convincere, ma temo che saranno pochi. Tutti i paesi hanno una quota di no-vax, l’Italia è al 10%. Il problema è che il vaccino da solo non risolve il problema, queste misure, ovvero il quarto decreto in poco più di un mese, non le ho criticate io perché ce l’ho con Draghi - evidenzia il giornalista -, le hanno criticate la fondazione Gimbe, Massimo Galli, Andrea Crisanti, l’associazione dei presidi. L’Iss ha chiesto misure urgenti il giorno dopo l’ultimo decreto, segno che quelle prese non andavano bene o non servono e sono troppo blande”.