Obbligo vaccinale, l'ira di Crosetto: tutti i nostri dati sanitari al Fisco per dare 100 euro di multa
Tra le assurdità dell'obbligo vaccinale agli ove 50 deciso dal governo di Mario Draghi non c'è solo la tenuità della sanzione: 100 euro, per di più una tantum. E neanche la disparità di trattamento tra chi resta senza stipendio se non si adegua e chi, magari percependo il reddito di cittadinanza, non viene toccato più tanto dalla multa. C'è dell'altro, come evidenziato da Guido Crosetto domenica 9 gennaio durante la puntata di Controcorrente, il programma condotto su Rete 4 da Veronica Gentili.
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L'ex ministro, tra i fondatori di Fratelli d'Italia, non si capacita del motivo per cui le sanzioni amministrative per chi con si vaccina contro il Covid saranno comminate dall'Agenzia delle entrate. "Comunicando al Fisco i nostri dati sanitari e se, per esempio qualcuno di noi ha debolezze un tumore, delle malattie grave. Tutto ciò per sfare una multa di 100 euro". Questo perché l'Agenzia delle entrate dovrà aspettare di sapere se una persona non si è vaccinata perché magari ha un'esenzione per particolari patologie, ipotizza Corsetto. E qui il disastro diventa tecnico. Da giugno si attende che le Asl possano comunicare i dati sulle esenzioni vaccinali, oggi non si riesce ancora attacca l'ex ministro. "Siamo nel surreale, non è politica. È tecnica" sbotta Crosetto che denuncia il problema della privacy.
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Insomma, non ha senso far confluire i dati sanitari di tutti gli italiani per stanare i pochi no vaxc a cui affibbiare una multa da cento euro, è il ragionamento di Crosetto, che da giorni denuncia l'assurdità e chiede che il Garante della Privacy batta un colpo.
In trasmissione interviene allora Paolo Del Debbio. "Mi dovete dire cosa c'entra l'Agenzia delle entrate con una sanzione amministrativa che non ha nulla a che vedere col fisco", dice il conduttore di Dritto e rovescio che dà man forte a Crosetto. Il giornalista se la prende poi con l'obbligo di super green passi sui mezzi pubblici: "Chi fa il controllo? L'autista? Serve un pubblico ufficiale, non lo dico io ma il diritto".