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No vax come i sieropositivi, Paolo Crepet scatena Borgonovo: "Da brividi", scontro sull'obbligo vaccinale

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Il decreto del governo che impone le nuove misure anti-Covid è in vigore da sabato 8 gennaio noi virtù della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. L'introduzione dell'obbligo vaccinale per gli over 50 è stata accolta da reazioni contrastanti, tra gli entusiasti dell'ennesima stretta contro i no vax ai critici di un provvedimento visto in ogni caso come frutto di un compromesso politico. Nello studio di Coffee break, il programma di La7 condotto da Andrea Pancani, si confrontano due visioni opposte. 

 

 

Lo psichiatra Paolo Crepet paragona le limitazioni a chi rifiuta il vaccino con il rischio di contagio dell'Aids. Se mia figlia si fidanzasse con un sieropositivo sarei preoccupato, dice lo psicologo che scatena una lunga replica di Francesco Borgonovo. Quando sento paragonare i non vaccinati ai sieropositivi ho i brividi, dice il vicedirettore de La Verità, che spiega: "Non impediamo ai sieropositivi di lavorare. Non obblighiamo le persone sieropositive in televisione a sottoporsi ai riti che sono  parodia della religione, tipo la confessione se si sono vaccinati o meno". Quella contro i no vax per Borgonovo è una "caccia alle streghe" per che chi non si vaccina è "pericoloso eventualmente per se stesso non per gli altri" perché "la possibilità di contagio di un vaccinato è poco inferiore a quella di un no vax". 

 

"Noi continuiamo a confondere un positivo con malato. Anche Matteo Bassetti che non mi sembra che abbia simpatie no vax, sostiene che i medici e gli infermieri positivi dovrebbero andare al lavoro" dice il giornalista. 

 

Borgonovo mette in dubbio anche il principio sanitario dietro la vaccinazione obbligatoria: "C'è una logica strana. Se come giustamente ci viene detto è la terza dose quella che funziona" contro la variante Omicron, "perché obblighiamo le persone a fare la prima dose, tra mesi, consentendo loro di girare e contagiare come sta venendo dappertutto?". 

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