Mascherine, scuola, trasporti: benvenuti nell'Italia del green caos
È l’ora del Green caos. Il disordine regna sovrano e chi comanda ne sta sbagliando troppe. La gestione del contrasto alla variante Omicron – pur definita lieve, non rischiosa, non letale se vaccinati – fa somigliare l’esecutivo all’aereo più pazzo del mondo, con ordini, direttive, norme che si contraddicono in maniera incredibile. A farne le spese, al primo posto nella graduatoria della confusione i nostri ragazzi. Scuole e asili sono nel mirino: non si sa se sia meglio proteggerli dalla variante Covid o dal governo Draghi.
De Luca non riapre le scuole medie ed elementari e dichiara guerra al governo
Dalle regioni comincia a salire la richiesta pressante di fare attenzione, dal territorio si fiutano guai se si riaprono gli istituti col picco dei contagi in azione tumultuosa. Avanti a tutti, il ribelle numero uno è come al solito Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che annuncia l’ordinanza che sposta l’ingresso nelle scuole a fine mese. Favorevole a un rinvio della riapertura degli istituti è anche il professor Guido Rasi. Lui - che oggi è consulente del generale Figliuolo - propone di aspettare una quindicina di giorni. Col Covid e le sue varianti bisogna essere prudenti.
Multa ai no vax, quali sono le sanzioni previste per chi non si vaccina
Macché, la guerra infuria a Palazzo Chigi. Elmetto in testa, qualche zelante funzionario alza la voce e strilla che il provvedimento di De Luca sarà impugnato dal governo. Poi c’è da registrare la resurrezione di Beppe Grillo. Costui torna alle antiche origini del M5s e dei suoi spettacoli itineranti per ululare contro l’obbligo vaccinale. Pare che Giuseppe Conte si voglia far ricoverare, un altro colpo così e ce lo giochiamo.
Da tutta Italia si moltiplica la protesta. Del sistema dei controlli nessuno dice nulla, dovrebbe parlarne la Lamorgese, ma da tempo ha perso la parola. Sul nodo più controverso - i trasporti - si sta grosso modo come ai tempi del governo Conte 2, non li si consideravano un problema.
Le confessioni del numero uno di Pfizer: quarta dose e poi 10 anni di vaccini
Per non parlare del casino generale sulle sanzioni. Sono insorte le celebrità, non quelle di Sanremo, ma i virologi, che hanno considerato ridicolo, beffardo, dannoso il valore di appena cento euro per punire chi dice no alla puntura. E in effetti pareva più un incentivo al rifiuto del siero che altro. Il governo si è dovuto precipitare a ricordare che ci sono anche altre sanzioni aggiuntive, ad esempio lo stipendio non versato ai lavoratori che non si vaccinano e per questo devono restare a casa e tante altre ipotesi che parevano clandestine. Ma non facevano prima a comunicarlo per tempo?
Ancora: pare di capire che abbiano già deciso - senza dircelo - che lo stato d’emergenza, a scadenza 31 marzo, sarà prorogato per l’ennesima volta. Altrimenti non si spiega perché per vaccinarsi obbligatoriamente si ha tempo fino al 15 giugno.
Pure il calcio è nella bufera, con la disputa sulle presenze di spettatori negli stadi. Non si sa più se fidarsi dei referti relativi a tamponi, tra le Asl e il ministero della Salute c’è un osceno scaricabarile. La consigliera leghista della regione Lazio Laura Corrotti è stata costretta a rendere noto di essere positiva, ma che al suo green pass non risulta. «Nessuna Asl mi ha ancora contattata», ha denunciato.
Mascherine chirurgiche o Ffp2, i dubbi su quali utilizzare sono generali e non tutti le indossano nell’assenza di controlli e vigilanza.
Si pensava che la confusione fosse solo per il green pass. No, chiamiamolo green caos.