battaglia politica
"Resisto e non mi vaccino". La sfida di Paragone: userò il mio corpo in questa guerra di religione
Ho cinquant’anni. E non mi vaccinerò. A questo punto la mia scelta diventa una scelta politica e userò il mio corpo per una battaglia politica. Anticipo l’obiezione: il tuo corpo può diventare un pericolo per la salute degli altri. Prima risposta: non meno della pericolosità di tanti vaccinati che convinti di essere coperti dal siero sono andati in giro a contagiare gli altri. Seconda risposta: non sarà una scadenza legislativa a rendermi più contagioso di un mese fa. Terza risposta: ho fatto il Covid un annetto fa circa, non sono vaccinato e nonostante stia incontrando centinaia e centinaia di persone, ad oggi non ho contratto il virus. Potrebbe capitare? Può darsi, ma anche no.
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Se la medicina fosse tale dovrebbe studiare i casi analoghi al mio. Ma ormai la medicina è diventata una scienza fanatica imperniata su segretezza e infallibilità. Insomma una religione, i cui sacerdoti (qualcuno non mi sorprenderebbe se fosse a libro paga delle multinazionali) vanno in tivù a propagandare per conto di Big Pharma.
Ed è proprio una guerra di religione ciò che sta portando il governo a sfornare decreti legge vergognosi e incendiari. Come quello che da ieri prevede, tra le altre cose, l’obbligatorietà del vaccino per i 50enni: se disoccupati in modi diretto, se occupati in modo indiretto attraverso l’ostentazione della sindone SuperGreenPass. Quale sia la ratio della soglia anagrafica non è dato sapere: perchè 50 anni quando finora si era parlato di 60 anni come limite della soglia critica? Boh, ma guai a porre domande al Grande Manovratore.
Nel testo del decreto non ho trovato alcun passaggio riguardante il consenso informato, nel senso che a fronte di una obbligatorietà esplicita o sottintesa non vi è alcuna deroga alla obbligatorietà di firma dei foglietti che ti sottopongono i sanitari vaccinatori prima della iniezione.
Fintanto che qualcuno chiederà il mio consenso laddove il mio consenso è estorto farò resistenza e non mi vaccinerò. Di più, chiederò a chiunque non fosse realmente convinto di non firmare alcuna carta. Anzi, come ItalExit stiamo predisponendo una dichiarazione in cui si afferma di essere finanche disponibili a essere obbligatoriamente vaccinati per imposizione di legge ma proprio per questo non disponibili a firmare alcun consenso. Ciò anche per il fatto che iniziano a diventare parecchi i casi di danneggiati da vaccino che vengono respinti dal ministero retto da Speranza quando chiedono un risarcimento. La risposta è sempre la stessa: il vaccino non è obbligatorio. Insomma una presa in giro in piena regola.
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Quindi mi autodenuncio: non mi vaccinerò e entrerò in parlamento almeno fino a quando non quando non sarà obbligatorio ostentare il lasciapassare. A quel punto sarà indispensabile interrogarsi sul fatto che un presidente della Repubblica possa essere votato a ranghi ridotti perché una posizione politica non piace alla maggioranza. E già questo basterebbe per porre la questione su una dittatura del pensiero in corso.