Rientro a scuola 2022, i presidi vogliono la Dad a gennaio: "Ingestibile"
Il rientro in classe dopo le vacanze natalizie si avvicina e con esso aumentano le preoccupazioni. "Tornare nelle aule in presenza e in sicurezza", il mantra ripetuto dal ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Ma muoversi nel mare magnum dei protocolli non sarà un'impresa facile. Le differenze - spiega il responsabile di Viale Trastevere - sono date dal fatto che "fra studenti vaccinati e non vaccinati c'è un diverso grado di protezione". I bambini nella fascia di età 5-11 anni, quelli per cui la possibilità di aderire alla campagna vaccinale è partita da poco, sono "circa all'11% mentre quelli più grandi sono molto piu avanti, quasi l'84% ha ricevuto la prima dose e il 75% la seconda sono situazioni molto diverse", il pensiero di Bianchi.
A ribadire che la scelta di riportare dietro i banchi sia una "responsabilità politica" del governo è il presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli. "Questo tipo di protocollo è complicato da attuare e si basa su un presupposto ovvero che le Asl siano in grado di fare testing nei tempi appropriati", argomenta. Una sorta di missione impossibile in questo momento dove i contagi sono fuori controllo. "E' vero che è stata ampliata la casistica di chi può fare i tamponi ma anche le farmacie sono congestionate e questo crea dei problemi", rimarca ancora. Su questo presupposto si basa la proposta di tenere i ragazzi in dad fino al 1 febbraio "e in questo periodo aumentare il numero dei vaccinati, fare una campagna massiccia di testing e distribuire mascherine Ffp2". Un'idea che - secondo Giannelli - porterebbe a "un risultato migliore" in termine di contenimento dei contagi. E sono circa 1.500 i presidi che hanno scritto una lettera al premier Mario Draghi e al ministro della Salute, Roberto Speranza, dove si chiede "una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l'attivazione di lezioni a distanza) per due settimane" che sarebbe preferibile "a una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa".
La preoccupazione serpeggia pure fra i ragazzi. "Siamo preoccupati per questo rientro a scuola”, spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi “Speriamo questo non sia l’inizio di un nuovo periodo di didattica a distanza, perché non possiamo permetterci di chiudere nuovamente le scuole", dichiara. "Occorre aumentare le vaccinazioni e risolvere l’ambiguità di quella fascia di minori che non può accedere al vaccino per responsabilità dei propri genitori. Garantiamo il diritto allo studio senza discriminazioni e in presenza, con tamponi e FFP2 negli istituti per tutti e tutte", le richieste degli studenti.
Nel frattempo anche nelle Università lo scenario cambia. Il ministero infatti ha stabilito che "in via del tutto eccezionale e laddove non sia possibile garantire la presenza", le università potranno prevedere lo svolgimento con modalità a distanza delle prove, delle sedute di laurea e degli esami in programma per la sessione di gennaio e di febbraio.