L'aria che tira
L’Aria che Tira, “i giovani i più colpiti da Omicron”. Ma l’epidemiologa Salmaso si scaglia contro le chiusure delle scuole
Piano con gli eccessivi entusiasmi sulla variante Omicron. Nel corso della puntata del 5 gennaio de L’Aria che Tira, programma di La7 condotto da Francesco Magnani, è ospite in collegamento l'epidemiologa Stefania Salmaso, che dal 2004 al 2015 ha diretto il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità: “La narrazione su Omicron non deve essere troppo rassicurante. Lasciando correre troppo l'infezione possiamo avere dei numeri di casi che quadruplicano, anche se i ricoveri in terapia intensiva sono un terzo di Delta, però poi hai quattro volte in più di persone infette… La variante Omicron colpisce prevalentemente i giovani, si è visto anche in Sudafrica dove tutto è partito, sono persone senza fattori di rischio e quindi con migliori probabilità di superare l'infezione bene”.
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Magnani chiede conto alla Salmaso se non sia un azzardo conteggiare i tamponi rapidi vista l’alta percentuale di falsi negativi: “Ogni decisione che viene presa in sanità pubblica ha due componenti. Da una parte le evidenze scientifiche, ma queste non dicono cosa fare, poi bisogna trovare un bilanciamento tra quello che si può fare con quello che fa meno danni su altri fronti. Su Omicron ci sono evidenze insufficienti per decidere alcune cose, come la quarantena per chi ha fatto tre dosi e il test rapido per uscire dall’isolamento. Ma è pure vero che a fronte di una valanga di contagi probabilmente si sarebbe fermato il Paese utilizzando le stesse restrizioni usate precedentemente. La pandemia - analizza l’epidemiologa - si innesca quando c’è un’intera suscettibile, noi puntiamo ad avere una popolazione parzialmente immune, che non vuol dire che non ci si possa infettare, ma che avremo meno danni, un compromesso è necessario”.
L’ultimo punto di discussione è il tema della scuola e la ripartenza che potrebbe essere ritardata. Ma la Salmaso non ha dubbi e chiede rispetto per gli studenti: “Ripartire in sicurezza è impossibile, ma è impossibile pensare di non mandare i ragazzi a scuola. La massima incidenza si è spostata dai bambini sotto i dieci anni alle persone tra i venti e ventinove anni, che non vanno a scuola. Chiudere le scuole non ha portato grandi benefici, non c’è alcuna evidenza. Invece sappiamo per certo che ha portato tanti danni. Chiudere la scuola non è una misura efficace”.