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"Novax" Djokovic, la minaccia dell'Australia: "Lo mettiamo sul primo aereo". Il caso dell'esenzione

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Il caso "novax" Djokovic, come qualcuno lo chiama per assonanza col nome di battesimo, rischia di diventare un caso internazionale. L’esenzione dal vaccino garantita a Novak Djokovic per partecipare agli Australian Open di tennis potrebbe avere, infatti, vita breve. Dopo le polemiche suscitate dall’annuncio della "corsia preferenziale" garantita al tennista serbo, contrario ai vaccini anti Covid,, sulla vicenda è intervenuto il premier australiano Scott Morrison.

 

Secondo quanto riportano i media australiani, Interpellato dai giornalisti, Morrison si è detto pronto a rispedire Djokovic "a casa con il primo aereo", se il tennista non fornirà motivazioni sufficienti sul perché non si è vaccinato. "Chiunque entri in Australia deve rispettare i nostri requisiti alla frontiera", ha detto il premier. 

Il tweet con cui Djokovic aveva annunciato che avrebbe difeso il titolo conquista in Australia lo scorso anno ha scatenato un putiferio. A far discutere è il presunto "regalo" fatto alla star del tennis che ha sempre criticato - e rifiutato - il vaccino ani-Covid, soprattutto in un Paese dove vige una sorta di lockdown dei non vaccinati e chi non si difende con la dose rischia multe salate.  

 

"Djokovic deve dire perché non si può vaccinare" dice Adriano Panatta, leggenda del tennis azzurro, ospite di The breakfast club su Radio Capital. "Se gli organizzatori non chiariscono i motivi dell’esenzione, allora finiremo per pensare che Djokovic è il Marchese del Grillo: 'Io so io e voi non siete un c…'" è l'immagine evocata da Panatta, come d'altronde molti utenti del web. "Se è giusto rifiutarsi di giocare contro il campione serbo non vaccinato? Molto difficile" risponde Panatta, "o si partecipa al torneo accettando le regole oppure le si rifiuta dicendo Io non vado perché non sono d’accordo. Ma non si può scegliere contro chi giocare". 

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