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Mario Draghi battuto dai contagi. E ora è a rischio la salita al Colle

Franco Bechis
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Nelle ultime 24 ore altri 170.844 contagi con una seria crescita anche dei decessi da Covid (259) a sottolineare come la gestione della nuova ondata pandemica non sia così diversa in Italia da quello che accade ed è accaduto in altri paesi. Anzi. La favola dell'Italia esempio per tutto il resto del mondo, narrata alla fine della prima ondata dai fedelissimi dell'allora premier, Giuseppe Conte e ripetuta nelle ultime settimane dai fans di Mario Draghi come se la storia non avesse insegnato nulla, ancora una volta si infrange contro il muro della realtà.

 

Non siamo in tilt come è accaduto in passato perché i numeri dei decessi, dei ricoveri ospedalieri e delle terapie intensive sono ancora decisamente inferiori a quelli di un anno fa quando nessuno aveva ancora ricevuto manco la prima dose del vaccino. Ma i contagi sono record rispetto a qualsiasi esperienza precedente e la curva è in rapida ascesa in Italia come in Francia o negli Stati Uniti, e il sistema rischia di andare ancora una volta in tilt. Per quanto la variante Omicron sembri meno pericolosa di quelle che l'hanno preceduta, saliranno anche i numeri assoluti dei ricoveri e delle terapie intensive mettendo sotto stress per la quarta volta il sistema sanitario italiano. E in tilt sta andando con ogni evidenza anche la ricetta che Draghi ha voluto perseguire ad ogni costo, preparando addirittura una sua ulteriore stretta nel consiglio dei ministri di domani: quella del green pass.

 

Da segnalazioni avute da molti lettori, e dalle prime verifiche fatte sul campo, l'esplosione di tamponi e di contagi rilevati in questo periodo di vacanza sta mandando in tilt il sistema ideato dalla presidenza del Consiglio. Perché decreti e norme non diventano realtà per il semplice fatto di averle scritte. Schiacciati dai numeri imprevisti i sistemi sanitari regionali- e in particolare quello del Lazio  che ha un sistema informatico ancora duramente provato dagli attacchi hacker di agosto- non comunicano con Sogei mettendo a rischio serio sia il green pass che la campagna di vaccinazione. Tamponi positivi non portano quasi mai alla revoca della validità dei green pass rilasciati, che doveva essere automatica e in tantissimi casi non lo è affatto. Quindi c'è il rischio che molti positivi con green pass valido se asintomatici vadano in giro lo stesso aumentando i contagi.

 

Come non viene registrata la positività, con certificati magari in coda per settimane, ovviamente non è automatica nemmeno la riammissione in società dei contagiati dopo il tampone negativo necessario. Qui il rischio è un altro: che vaccinati a ciclo completo da cinque-sei mesi che abbiano nel frattempo contratto il Covid siano costretti a fare una terza dose di vaccino mettendo a grave rischio la loro salute (la sollecitazione del sistema immunitario così ravvicinata sarebbe un guaio secondo tutti gli esperti) per evitare il rischio che scada il loro green pass, con esclusione non solo da qualsiasi attività (perfino prendere un caffè al bar), ma anche espulsione dal luogo di lavoro restando senza stipendio. 

Se gli automatismi previsti da decreti e dpcm di Draghi non funzionano, è evidente che questo è il momento di ripensare il green pass vaccinale e semmai accantonarlo, non renderlo obbligatorio su tutti i posti di lavoro come si appresta a fare oggi il consiglio dei ministri. Sarebbe in queste condizioni solo un sopruso, e indubbiamente una ingiustizia. Prima di pretendere il rispetto delle regole da parte dei cittadini, lo Stato deve essere il primo a rispettarle e in questo momento non lo è.  Se le quarantene sono in tilt informatico, rendendo inutili i green pass, allora è meglio cercare altre strade invece che inventarsi nuovi obblighi che poi non possono funzionare. Ed è compito di questo governo e di questo premier riparare alla frittata che sta facendo, invece di aggravare la situazione. Certo in un momento così, l'ultima cosa a cui si possa pensare è la pur legittima aspirazione di Draghi di salire sul Colle fra qualche settimana. Lasciare l'Italia in balia del virus e dei guai che lo stesso governo sta provocando sarebbe una fuga dalla nave alla maniera del capitano Schettino. E non credo che il premier voglia lasciare di sé questa triste immagine...
 

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