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Lega, Armando Siri boccia i vaccini: "Farmaci che si sono rivelati un mezzo fallimento"

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“Farmaci che si sono rivelati un mezzo fallimento”. Armando Siri non usa tanti giri di parole nell’esprimere il suo dissenso sull’ipotesi di obbligo vaccinale che si sta scatenando nelle ultime ore prima del Consiglio dei ministri in programma domani 5 gennaio. Il senatore della Lega, in un’intervista ad Affari Italiani ci va giù pesante: "Ma di quale vaccino parliamo? Perché i vaccini si fanno una volta nella vita, al massimo un richiamo e la questione si conclude li.  Qui si parla di un farmaco da inoculare ogni 4/5 mesi che non fornisce immunità sterilizzante e non garantisce lo stop completo allo sviluppo sintomatico. Abbiamo assistito ad una comunicazione in cui si è detto tutto e il contrario di tutto. Ma le pare una cosa seria? Siamo in una totale paranoia collettiva agevolata da un mix di istituzioni disorientate e sciacallaggio mediatico. Tutto spalmato su un letto di ignoranza e suburbanesimo culturale spacciato per scienza. Individui ipocondriaci e sociopatici vengono elevati a status di cittadino modello. Manca totalmente la trebisonda”.

 

 

Ma non è finita qui. Il leghista, presente alla manifestazione no-green pass degli scorsi mesi a Piazza del Popolo, rincara la dose: “Il medicinale, pseudo vaccino, che si sta utilizzando andrebbe somministrato solo ad anziani e fragili nella speranza che il rapporto rischio beneficio propenda per quest’ultimo mentre tutti gli altri si dovrebbero curare come è sempre stato invece di andare in paranoia facendo la fila per un tampone anche senza avere sintomi. I sieri a disposizione non hanno concluso la fase sperimentale quindi non possono essere oggetto di obbligo. Poi per carità essendo stato fatto a pezzi lo stato di diritto tutto può essere. Ma io sicuramente non sono favorevole. Sono sempre stato e continuo ad essere per la libertà di scelta terapeutica. Tra l’altro - conclude Siri - mi pare che al punto in cui siamo questi farmaci si siano rivelati un mezzo fallimento. Se dopo un anno, dopo aver somministrato 112 milioni di dosi siamo ancora ridotti così abbiamo la conferma che la malattia è mentale non virale”.

 

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