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Obbligo vaccinale per lavorare. Il 5 gennaio si decide tutto: Lega e M5S frenano Draghi

Tommaso Carta
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Manca l'ultima tessera per completare il mosaico avviato dal governo prima della fine dell'anno. Il 5 gennaio (ma c'è anche l'opzione del 7), infatti, Mario Draghi dovrebbe portare sul tavolo del Cdm l'obbligo vaccinale per tutte le categorie di lavoratori, superando anche le reticenze che il 29 dicembre scorso consigliarono di stralciare la misura dal decreto di rafforzamento delle misure anti-Covid. Non che i dubbi della Lega siano stati fugati, ma la risalita rapida della curva dei contagi, di fatto, impone maglie sempre più strette per evitare ricadute non solo sociali sulla comunità, ma soprattutto economiche, con nuove chiusure delle attività produttive che arresterebbero la ripresa. Anche gli esperti sono sempre più convinti che le misure vadano rafforzate. «Sono sempre stato un fautore del vaccino facoltativo. Ora però da tecnico della sanità dico che le condizioni sono mature per l'obbligo vaccinale per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse», dice a «Repubblica» il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, anche se non avanza proposte: è «una scelta che spetta alla politica».

 

 

Per Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, poi, «il super Green pass va assolutamente esteso subito a tutte le attività, lavorative e sodali», perché «gennaio sarà un mese molto complicato, con un aumento esponenziale dei casi, arriveremo a centinaia di migliaia di contagiati al giorno», afferma a «La Stampa». Nel frattempo, si apre un nuovo scontro sulla scuola. Perché Lega e M5s nella maggioranza, e Fratelli d'Italia dai banchi delle opposizioni, alzano il muro sulla didattica a distanza. «Preservare la didattica in presenza per i nostri studenti è sempre stata una priorità dell'attuale Governo. Un principio sacrosanto a cui dobbiamo tener fede», scrive su Facebook il sottosegretario all'Istruzione, il leghista Rossano Sasso. Che prima lancia l'allarme «non possiamo permetterci di relegare in dad milioni di studenti», poi torna a chiedere di «innalzare i livelli di sicurezza delle nostre scuole con dispositivi di aerazione e ventilazione, mascherine Ffp2 e un rafforzamento dei sistemi di tracciamento», assicurando: « La risposta non può essere quella di sacrificare il diritto all'istruzione di milioni di studenti. Su questo siamo pronti a far sentire forte la nostra voce».

 

 

Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'altra sottosegretaria all'Istruzione, Barbara Floridia: «Non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza. Si continui ad investire risorse per la sicurezza, anzi si aumentino le risorse per la scuola, e si migliori il protocollo affinché sia più efficace. Ma le scuole devono restare aperte», scrive su Facebook l'esponente 5 stelle.

 

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