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Papa Francesco durissimo: "Roma non sempre dignitosa". Trasporti e periferie, che strigliata

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Papa Francesco come di consueto ha pronunciato la sua omelia a San Pietro nel corso della celebrazione dei Vespri venerdì 31 dicembre. Il Pontefice ha dedicato alcuni passaggi alla città di cui è vescovo, non lesinando commenti amari.

 

"A Roma tutti si sentono fratelli; in un certo senso, tutti si sentono a casa, perché questa città custodisce in sé un’apertura universale. Le viene dalla sua storia, dalla sua cultura; le viene principalmente dal Vangelo di Cristo, che qui ha messo radici profonde fecondate dal sangue dei martiri" premette Jorge Mario Bergoglio. "Ma anche in questo caso, stiamo attenti: una città accogliente e fraterna non si riconosce dalla 'facciata', dai bei discorsi, dagli eventi altisonanti. No. Si riconosce dall’attenzione quotidiana, 'feriale' a chi fa più fatica, alle famiglie che sentono di più il peso della crisi, alle persone con disabilità gravi e ai loro familiari, a quanti hanno necessità ogni giorno dei trasporti pubblici per andare al lavoro, a quanti vivono nelle periferie, a coloro che sono stati travolti da qualche fallimento nella loro vita e hanno bisogno dei servizi sociali, e così via".

 

Nel corso della celebrazione dei Vespri il Papa è andato dritto al punto: "Roma è una città meravigliosa, che non finisce di incantare; ma per chi ci vive è anche una città faticosa, purtroppo non sempre dignitosa per i cittadini e per gli ospiti, una città che a volte scarta" è il dito giudizio del Papa.

Non tutto è perduto. "L’auspicio è che tutti, chi vi abita e chi vi soggiorna per lavoro, pellegrinaggio o turismo, tutti possano apprezzarla sempre più per la cura dell’accoglienza, della dignità della vita, della casa comune, dei più fragili e vulnerabili. Che ognuno possa stupirsi scoprendo in questa città una bellezza che direi 'coerente', e che suscita gratitudine" ha detto Francesco. 

 

Non poteva mancare un passaggio sul Covid che da due anni tiene in scacco il pianeta. "Questo tempo di pandemia ha accresciuto in tutto il mondo il senso di smarrimento. Dopo una prima fase di reazione, in cui ci siamo sentiti solidali sulla stessa barca, si è diffusa la tentazione del 'si salvi chi può'. Ma grazie a Dio abbiamo reagito di nuovo, con il senso di responsabilità. Veramente possiamo e dobbiamo dire 'grazie a Dio', perché la scelta della responsabilità solidale non viene dal mondo: viene da Dio; anzi, viene da Gesù Cristo, che ha impresso una volta per sempre nella nostra storia la 'rotta' della sua vocazione originaria: essere tutti sorelle e fratelli, figli dell’unico Padre" ha detto nella basilica di San Pietro, in Vaticano. 

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