"Un azzardo, rischiamo la paralisi" Siluro di Cartabellotta a Draghi, il boomerang della quarantena
Nell'ultimo decreto Covid il governo di Mario Draghi ha eliminato la quarantena in caso di contatto stretto con un positivo per i vaccinati con terza dose e con seconda dose da almeno 120 giorni. Una misura dettata dal timore che con i contagi che schizzano a causa della variante Omicron il numero crescente di persone in isolamento forzato possa bloccare le attività produttive. Ma l'esito sperato potrebbe in realtà essere opposto. A spiegarlo è il presidente alla Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, giovedì 30 dicembre a Controcorrente, su Rete4.
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"Avevo chiesto pubblicamente la riduzione della quarantena per i vaccinati con la terza dose - spiega il medico a Veronica Gentili - L'annullamento completo, che lascia la responsabilità al singolo, mi sembra un azzardo".
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La misura non tiene conto di diversi fattori. "Anche perché se guardiamo i dati dell'Istituto superiore di sanità anche chi è vaccinato col booster ha una probabilità di contagio non bassissima. Parliamo di 91 casi per 100mila abitanti conto i 2mila dei non vaccinati" spiega Cartabellotta. Insomma, ormai è chiaro che il vaccino, anche con richiamo, non è uno scudo totale al contagio.
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"Una situazione intermedia tra i 3 e i 5 giorni sarebbe stata molto più ragionevole dal punto di vista sanitario. Poi in un momento in cui i contagi aumentano in modo esponenziale e i contatti che le persone possono avere, rischiamo la paralisi del Paese" è la conclusione di Cartabellottta. "È una situazione molto complessa da riequilibrare, la variante Omicron è così contagiosa che neanche i modelli matematici riescono a prevedere i numeri che potrà avere" nel prossimo futuro.