segretissimo
La presa in giro del generale Figliuolo sul tampone come il Black Friday
Possiamo dirlo, anche se questo è il governo dei migliori, l'ultima non gli è uscita granché bene, al Commissario Francesco Paolo Figliuolo. «Se gli italiani fanno le code per il black friday, possono pure fare le code per i tamponi». Per carità, che vi sia anche un pizzico di vero in quelle parole è indubbio. Gli italiani sono soliti imbattersi come pecore in code lunghissime, per accaparrarsi un telefonino nuovo o un paio di scarpe griffate, ma quello rientra comunque, nell'arbitrio delle scelte individuali. Non si è certo costretti a fare shopping per avere il green pass. Paragonare lo shopping al tampone appare dunque distonico. Una presa in giro, quasi.
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Avere forse sentito una bella signora di via Condotti pavoneggiarsi così: «Oggi dopo le borse di Vuitton, striscio volentieri la carta di mio marito e faccio un bel tampone di Hermes in saldo?». Dinnanzi a chilometri di code in farmacia, sprovviste di mascherine, era dunque troppo aspettarsi una organizzazione migliore? O che il commissario, gestisse differentemente le emergenze da quanto fatto dal suo predecessore.