Omicron e Delta, due epidemie in corso. Così il virus è cambiato: casi meno gravi per il vaccino
In questo momento in Italia ci sono due epidemie in corso. Quella della variante Delta, ancora predominante, e quella dovuta a Omicron attualmente stimata al 28,2% dei casi totali, in rapida ascesa. "L'incidenza nei sette giorni si attesta sul valore di 352 casi ogni 100 mila abitanti, in netta crescita. L'Rt resta sopra al valore di 1", spiega il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, secondo cui la pressione sugli ospedali resta in crescita "lenta ma continua". L'impennata della curva dei contagi è fotografata alla perfezione dall'analisi della fondazione Gimbe. Nell'ultima settimana sono stati +42,3% rispetto ai 7 giorni precedenti. La pressione sugli ospedali è salita del 17% nei reparti ordinari e del 17,3% nelle terapie intensive. Per quanto riguarda i decessi, l'incremento è del +33%.
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Secondo il report di Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, l'indice di positività al test in Italia è attualmente al 29%. Quasi una persona su tre tra i nuovi soggetti testati, escludendo quelli che ripetono il tampone per monitorare il decorso dell'infezione, risulta positiva. Un numero più alto rispetto al Natale scorso, quando si attestava al 24%, ma un anno fa la mortalità era cinque volte maggiore (6,84% contro l’1,27%). Un'ulteriore prova della validità dei vaccini nel prevenire gli effetti gravi della malattia e, allo stesso tempo, la minore efficacia nell'evitare la trasmissione del contagio.
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E proprio sulla nuova accelerazione della campagna vaccinale punta il generale Francesco Paolo Figliuolo per superare anche questa ondata. "Siamo tornati ai ritmi di luglio, stiamo facendo oltre 500mila dosi al giorno", spiega il commissario straordinario per l'emergenza Covid. E sulle terze dosi "siamo oltre 16.3 milioni di somministrazioni. Stiamo correndo".
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La variante Omicron scoperta in Sudafrica sembra colpire le persone in modo diverso e mostra una sintomatologia al momento più alive: naso che cola, mal di testa e nessuna perdita di gusto e olfatto. Sulla nuova variante si esprime anche il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, invitando tutti alla cautela. "Il ragionamento secondo cui sarebbe connotata dall'indurre una patologia meno grave in realtà a mio parere è largamente dovuta alla protezione data dai vaccini", argomenta. Per ora quello che si conosce per certo sono la sua contagiosità e i tempi di incubazione "marcatamente superiori alla Delta, secondo alcuni studi fino a cinque volte superiore". La via maestra, ribadisce, resta quella del vaccino che "ci protegge alla possibilità di sviluppare la malattia in maniera grave" e gli italiani hanno capito "l'importanza della dose booster".
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