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La rivoluzione del Sudafrica contro la variante Omicron: addio quarantena e tracciamento

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Il governo del Sudafrica dà un’importante svolta alla gestione del Covid, con una decisione senza precedenti da quando è iniziata la pandemia. L’esecutivo dello stato africano ha ascoltato i consigli degli scienziati e ha deciso di interrompere la ricerca di contatti dei positivi al virus con effetto immediato, ad eccezione dei casi in cui le infezioni vengano evidenziati in ambienti chiusi come ad esempio le carceri, le case di riposo e i centri per bambini. Il Dipartimento della Salute ha pubblicato giovedì sera i nuovi protocolli di ricerca dei contatti, della quarantena e dell’isolamento. 

 

 

La variante Omicron ha cambiato gli scenari sul Covid ed è segnalato un alto numero di casi asintomatici, con solo una piccola parte delle infezioni che è stata in seguito confermata attraverso test di laboratorio. Il governo ha stabilito che tutti i contatti stretti di un positivo non debbano fare il tampone obbligatorio a meno che non abbiano iniziato a mostrare dei sintomi. Tutte le quarantene devono cessare con effetto immediato. Si resterà in isolamento soltanto se si è risultati positivi, rimanendo lontani dalla vita sociale per 10 giorni. I datori di lavoro sono invece tenuti a considerare lo stato di salute della persona prima di richiamarlo al lavoro, anche se l’isolamento è terminato. Una volta completato il periodo obbligatorio di isolamento, non sono più necessari altri test per il ritorno alla vita. 

 

 

Una rivoluzione in pieno stile dopo queste indicazioni degli esperti contenute in una nota indirizzata al ministro della salute Joe Phaahla: “La proporzione di persone con immunità al Covid-19 è aumentata sostanzialmente, superando il 60-80% in diverse sierosondaggi. La quarantena dei contatti non è più fattibile nell'attuale clima sociale ed economico. Abbiamo imparato di più sul modo in cui il Covid-19 si diffonde e ora dobbiamo anche fare i conti con varianti la cui epidemiologia differisce da quella dei ceppi ancestrali della SARS-CoV-2 visti nel 2020”.

 

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