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La variante Omicron fa meno paura. I primi dati da Sudafrica e Gran Bretagna

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Sono studi preliminari e hanno dei limiti, ma le prime evidenze raccolte sia nel Regno Unito che in Sudafrica sembrano suggerire che la variante Omicron di Sars-CoV-2 potrebbe essere meno grave, più mite. Queste evidenze sembrerebbero indicare che meno persone necessitano di cure ospedaliere rispetto ad altre varianti. 

 

La sensazione già espressa da esperti del Paese africano che per primo ha intercettato il nuovo mutante potrebbe dunque non essere infondata. Un primo insieme di dati è quello che arriva dal Regno Unito, precisamente da uno studio scozzese che ha monitorato il coronavirus e il numero di persone che finiscono in ospedale. Secondo quanto riporta la «Bbc online», la ricerca indica che, se Omicron si fosse comportata come Delta, sulla platea di pazienti esaminata sarebbero stati prevedibili circa 47 ricoveri in ospedale, mentre al momento sono 15. Tuttavia, lo studio scozzese si basa su pochi casi e nel campione ci sono poche persone con più di 65 anni, che sono le più a rischio. 

 

Quello che gli esperti continuano a temere, inoltre, è che - seppur più mite - la variante Omicron, vista la velocità con cui sta viaggiando, potrebbe portare un’enorme mole di casi. E questo, per la legge dei grandi numeri, potrebbe ugualmente rischiare di sopraffare gli ospedali. 

Lo studio è stato condiviso con l’Organizzazione mondiale della sanità e i consulenti scientifici del governo britannico. L’altro lavoro è stato condotto in Sudafrica e anche questo indica che le persone hanno meno probabilità di aver bisogno di ricovero per Omicron. Potenzialmente viene indicata una riduzione di circa due terzi, cioè si calcola un 70-80% in meno di probabilità di dover ricorrere a cure ospedaliere, a seconda che Omicron venga confrontata con le ondate precedenti o con altre varianti attualmente in circolazione. 

 

Lo stesso lavoro però suggerisce allo stesso tempo che non c’è alcuna differenza negli esiti per i pochi pazienti finiti in ospedale con Omicron. «In modo convincente, i nostri dati suggeriscono una gravità ridotta di Omicron rispetto ad altre varianti», ha affermato Cheryl Cohen dell’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili, in Sudafrica. Non è ancora chiaro però se la variante Omicron sia più mite in sé o se appaia tale perché ora c’è molta più immunità. Nuovi dati nei prossimi giorni potrebbero chiarire ulteriormente il quadro». 

A rafforzare l’ottimismo anche il fatto che l’enorme ondata di casi di Omicron in Sudafrica sembra diminuire con la stessa rapidità con cui è cresciuta nelle settimane successive all’annuncio che, proprio in quel Paese, si era scoperta una nuova variante, la Omicron, del coronavirus. E il calo dei casi potrebbe indicare che il picco di Omicron in Sudafrica è passato: ne è convinto lo scienziato che ha guidato la risposta alla pandemia nel Paese, Salim Abdool Karim, secondo il quale, a giudicare dai dati preliminari, c’è da attendersi che «ogni altro Paese, o quasi, segua la stessa traiettoria».

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