Lo scenario apocalittico della virologa Ilaria Capua: "Covid per sempre tra noi, vaccini ogni inverno"
«Omicron non è una sorpresa. Sapevamo che sarebbero arrivate le varianti del Covid, perché i virus si comportano così, cambiano. Però abbiamo gli strumenti per conviverci», «il Covid non andrà via. Mi dispiace dirvelo, ma questi sono macrocicli di centinaia o migliaia di anni, si endemizzerà. I virus emergenti fanno così: passano da una specie animale a un’altra, e quando hanno raggiunto un numero di infezioni sufficiente per l’endemizzazione non li fermi più. Come il morbillo, che sta con noi da oltre duemila anni». Lo afferma la virologa Ilaria Capua in una intervista a Repubblica.
La studiosa della University of Florida spiega che «l’unica cosa che possiamo fare è innalzare il muro di protezione. Con il Covid dovremo convivere forse per millenni. Ma chiuso nel suo recinto farà meno danni e meno paura con il vaccino e avere comportamenti prudenti e saggi. Si svilupperanno altre varianti, alcune dominanti. Più la gente si vaccina e meno saranno pericolose», «se non avessimo il vaccino, e le persone si comportassero da negazionisti, avremmo i morti per strada, come in Ecuador, Perù, Brasile. L’obiettivo di questa macchina, green pass, tamponi, vaccinazioni, terza dose, distanziamento, qual è? Non mandare in sovraccarico gli ospedali, perché se succede come l’anno scorso a Bergamo, la gente rischia di morire a casa o per strada. Non solo di Covid ma anche di infarto. Quindi è verosimile che arrivata Omicron ci sarà un’impennata dei contagi. Ci sarà, ma se la gente è vaccinata non finisce in ospedale».
La mortalità si riduce del 90% con la terza dose. «Il problema è che questa cosa l’avevamo detta per chi faceva le due dosi, e qui sta la confusione. Fino all’arrivo di Omicron le due dosi erano sufficienti. Oggi, di fronte ad una variante sarebbe irreale pensare che la tenuta del vaccino sia identica. Diciamo che rispetto al virus originale, Delta aveva i baffi finti ma Omicron ha baffi, barba e occhiali da sole. Il sistema immunitario può faticare a riconoscerla. Ma per fortuna col richiamo si arresta la corsa».
E poi «all’inizio di ogni inverno si farà il richiamo, come per l’influenza. Non capisco questa ansia di dire, faremo la quarta dose, la quinta: e allora? Per fortuna le abbiamo».