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Covid, l'Italia supera i 30mila casi in 24 ore. Mai così tanti nel 2021

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L’Italia che si prepara a festeggiare il Natale fa registrare il più alto numero di casi di covid in 24 ore di tutto il 2021. I nuovi contagi superano la barriera psicologica dei 30mila (30.798), non accadeva dal 21 novembre del 2020, prima dell’inizio della campagna vaccinale. Grazie ai vaccini però il numero di pazienti ricoverati negli ospedali rimane largamente inferiore, anche se prosegue nella sua lenta risalita.

 

 

 

Le terapie intensive infatti tornano sopra quota mille letti occupati (1.012) con un saldo di +25 e 96 ingressi giornalieri. Il trend di crescita - come si legge nel monitoraggio di Agenas - cresce in undici regioni mentre in altre quattro si registra un calo. Il dato nazionale è stabile all’11%, superiore di un punto alla soglia di allerta fissata al 10%. I ricoverati con sintomi invece sono 8.381. Una situazione non semplice davanti alla quale il governo sarà chiamato a prendere delle decisioni. La data chiave è quella del prossimo 23 dicembre con la cabina di regia che sarà seguita da un Cdm. A fare la differenza saranno i risultati della flash survey sulla diffusione in Italia della variante Omicron i cui risultati saranno resi noti nelle prossime ore.

 

 

 

A tal proposito in Lazio è stato registrato il primo caso autoctono. Si tratta di uno studente di Roma. Le sue condizioni di salute sono buone. Il giovane era già risultato positivo al covid quindi si tratta di un caso di reinfezione, un ulteriore campanello di allarme relativo alla capacità di diffusione della nuova variante. Se la curva dei casi sale quella dei decessi la segue. L’ultimo bollettino ne riporta 153, numeri che non si vedevano dallo scorso maggio. E da qualche giorno è scattata la corsa al tampone con code alla farmacie. Secondo l’ultimo bollettino ne sono stati processati ben 851mila, un record assoluto che ha fatto scendere il tasso di positività al 3,6% (1,2%).

 

Ieri è stato superato anche un altro primato, quello dei Green pass scaricati proprio dopo l’effettuazione di un test. Sono stati oltre un milione (1.034.214) a fronte dei 411mila certificati verdi da vaccino e dei 16mila da guarigione. Fra le varie misure allo studio del governo, come noto, c’è anche quella dell’estensione del tampone ai vaccinati che vogliono prendere parte ai grandi eventi. Una possibilità su cui non solo la politica ma anche la scienza non parla con voce univoca. «Quello che io mi chiedo è: che messaggio diamo? Abbiamo detto ’vaccinatevi e sarete più liberì. L’aspetto comunicativo ha il suo valore», la riflessione con LaPresse dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco. «Così facendo si darebbe più importanza al tampone che alla vaccinazione - prosegue - ma il primo è solamente uno strumento diagnostico».

 

 

Secondo Giovanni Maga, direttore istituto genetica molecolare del Cnr, un compromesso potrebbe essere trovato nell’escludere da questa misura, qualora dovesse entrare in vigore, «chi ha fatto la dose di richiamo». In questo modo - dice - «si potrebbe evitare un intasamento della farmacie e limitare i disagi alle persone».

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