il sicario argentino

A spasso per le strade del Trullo: così hanno preso il killer di Diabolik. Raul Esteban Calderon nega tutto: "Non ho sparato"

Augusto Parboni

Andava a spasso per le vie del Trullo da solo, come un comune cittadino. Era da solo Raul Esteban Calderon, il 52enne argentino considerato l'esecutore materiale del delitto di Fabrizio Piscitelli, quando una decina di agenti della Polizia di Stato lo hanno circondato e fermato lo scorso 13 dicembre. L'indagato per l'omicidio di Diabolik non avrebbe opposto resistenza quando gli investigatori lo hanno bloccato in mezzo alla strada e portato via con l'accusa di aver fatto fuoco alla testa dell'ultrà della Lazio il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti. Il sudamericano ora si trova rinchiuso a Rebibbia, dopo che il gip due giorni fa ha convalidato l'arresto. Al giudice avrebbe detto: «Non sono stato io a sparare». Ora il presunto «sicario» di Diabolik deve rispondere di omicidio aggravato dal metodo mafioso.

 

 

«Non avevo dubbi che venisse confermata la matrice mafiosa come il procuratore Prestipino sin dall'inizio aveva prospettato - ha detto la sorella di Piscitelli - in questo lungo tempo non sono mancati momenti di sconforto ma devo dire che la fiducia negli inquirenti, nella loro determinazione e tenacia mi hanno sempre risollevato. Credo che questa sia una risposta importante non solo per noi ma per tutti i cittadini di Roma». Angela Piscitelli, in questi due anni e mezzo, insieme ai genitori, si è sempre battuta perché si arrivasse alla risoluzione del delitto. E ancora: «Sono consapevole che questo è il primo passo che dovrà portare all'individuazione dei mandanti, ora comincia una nuova speranza per il completo trionfo della giustizia».