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Tra vaccinati e no-vax conflitto sulla sopravvivenza: a Tagadà la drastica soluzione del sociologo Revelli

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L’eterno scontro tra no-vax e favorevoli al vaccino. Nella puntata del 17 dicembre di Tagadà, programma pomeridiano di La7 condotto da Tiziana Panella, è ospite Marco Revelli, politologo e sociologo, che analizza la spaccatura che ha creato la pandemia tra chi è favorevole e chi ha scelto di non farsi inoculare dal prodotto anti-Covid nonostante la misura del super green pass li escluda da numerose attività: “C’è esibizionismo e autolesionismo da una parte di persone. C’è la voglia di stupire e dimostrare autoreferenzialità dicendo ‘io non mollerò mai’ anche davanti all’evidenza dei fatti, è uno zoccolo duro che è molto difficile scalfire anche minimamente. Ci sono quelli che hanno paura, quelli che hanno bisogno di supplementi di informazioni, ma poi c’è questo zoccolo duro che ha a che fare con l’aspetto psicologico profondo. Tra sì-vax e no-vax c'è un conflitto difficilmente mediabile: intervenga l'obbligo vaccinale. È un conflitto sulla vita, sulla sopravvivenza. I no-vax sono convinti che gli altri vogliono ammazzarli e sterminarli, mentre i vaccinati sono convinti che i no-vax siano un pericolo per la sopravvivenza. È un conflitto dove non si può mediare, quindi - dice a malincuore Revelli prima di concludere il discorso - deve intervenire la legge. Io non sarei contrario all’obbligo vaccinale, se non che è difficile far rispettare la norma. Se si fanno le norme e poi non si fanno i controlli si fa un autogol, è un boomerang”.

 

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