L'efficacia del vaccino cambia da una settimana all'altra. Il pasticcio dei report dell'Iss
«Dopo cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 74% a 39%». A scriverlo è l’Istituto superiore di sanità nel suo ultimo bollettino di sorveglianza pubblicato sabato scorso. L’informazione è molto importante per capire cosa accade alle persone che sono vaccinate da più di cinque mesi.
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Non a caso, dopo questo periodo, nel nostro Paese è fortemente raccomandato fare la terza dose. Ma cosa scriveva lo stesso Iss solo una settimana prima? Leggiamo testuale: «Dopo cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 75% al 44%». Quindi, in soli sette giorni, la protezione garantita dai sieri anti-Covid è scesa di cinque punti percentuali. Non è dato sapere, dal report, a cosa sia dovuto un calo così sostanziale a così poco tempo di distanza.
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Cambi così repentini nell’efficacia dei vaccini sono presenti anche nei rapporti precedenti. In quello del 24 novembre, ad esempio, l’Iss calcolava che la protezione calava dal 72 al 40% una volta trascorsi sei mesi. Allora, infatti, si riteneva necessario fare la terza dose solo dopo 180 giorni. Eppure, il 17 novembre, l’istituto guidato da Silvio Brusaferro, riportava un calo d’efficacia diverso: dal 75 al 47%. Quindi, in soli sette giorni ad essere cambiata è sia la protezione iniziale, prima il 75, poi il 72%, sia la protezione finale, prima il 47% poi il 40%.
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Ribadiamo: a soli sette giorni di distanza. Non sono differenze da poco. Significano più persone contagiate e più ricoveri. Sono questi dati che inducono il governo a prendere le sue decisioni, come il green pass rafforzato, l’obbligo vaccinale per alcune categorie e il tempo necessario che deve trascorrere tra una dose e un’altra.