Multe a chi non accetta il bancomat ma il contante non morirà
Paperon de’ Paperoni, con il limite all’uso del contante, oggi sarebbe praticamente un fuorilegge. Addio al suo bagno in un marea di dobloni d’oro, guadagnati in anni e anni di onesto lavoro mentre il povero nipote, Paperino, ancora attendeva paziente il proprio colpo di fortuna. Tutt’al più Paperone oggi potrebbe farsi un bidet con qualche carta di credito in ammollo. Perché di questi tempi, in Italia, il danaro contante - in un afflato tragicamente moralista - è diventato infrequentabile.
Ieri, sull’argomento, è arrivata l’ultima: si va verso le multe per chi non accetterà il bancomat o la carta di credito per il pagamento di qualsiasi importo. Un emendamento al dl Recovery all’esame della Commissione Bilancio della Camera, riformulato dai relatori in base alle proposte di Stefano Fassina (Leu) e Rebecca Frassini (Lega), prevede infatti una sanzione di minimo 30 euro - aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento - per tutti i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, che non accetteranno i pagamenti elettronici.
L’andazzo, per la verità, lo si respirava da tempo. Con quell’idea dominante che i contanti siano un’equazione di corruzione mentre i pagamenti digitali no. Una visione manichea del capitalismo e del benessere che cancella secoli e secoli di storia. Al punto da costringerci nel 2021 - in nome di una presunta immoralità della moneta contante - a riscrivere il nostro passato, a cominciare dal mito sui tesori dei ricchi, (quasi) tutti in gioielli, oro e monete, per finire al gusto di averli in tasca, un po’ di soldi di carta. Anche una poesia come «Li miracoli de li quadrini» del romano Giuseppe Gioacchino Belli, coi tempi che corrono sarebbe in odor di sospetti. «Chi ha cquadrini è una scima de dottore / senza manco sapé scrive né llègge:/ pò sparà indove vò rròtti e scorregge / e ggnisuno da lui sente er rimore / Pò avé in culo li ggiudisci, la Lègge / l’occhio der Monno, la vertú, e l’onore: pò ffà mmagaraddio / lo sgrassatore, e ’r Governo sta zzitto e lo protegge».
Che metamorfosi. Che ribaltamento. Togliendo di mezzo l’uso del danaro cartaceo l’Occidente sta cambiando la sua stessa natura. Così, mentre il dibattito pubblico si culla nel piacere di aver (quasi) ucciso i contanti, è il caso di riflettere su quel che resterà di noi (senza): carte di credito, pagamenti digitali ed una manichea illusione. Quella di essere più morali e onesti di chi girava con le banconote nella saccoccia. A lorsignori - devoti del pagar virtuale - ricordiamo in proposito una frase del Primo Ministro britannico Margaret Thatcher: «Nessuno ricorderebbe il Buon Samaritano se avesse avuto solo buone intenzioni. Aveva anche i soldi». Pensate, soltanto per un attimo, se avesse dovuto mettersi a cercare un Pos. Addio core!