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Scontro tra magistrati su Emanuela Orlandi. Botta e risposta tra Capaldo e Pignatone

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Scontro tra magistrati sul giallo di Emanuela Orlandi. Scintille a Roma sulla giustizia dopo i sospetti dell'ex procuratore reggente di Roma Giancarlo Capaldo, coordinatore dell’inchiesta sulla scomparsa della ragazza figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia che all'epoca, nel 1983, aveva 15 anni, nei confronti di chi gli ha succeduto nel fascicolo. 

 

Per Capaldo l'intricata vicenda stava per arrivare a risultati concreti, ma poi si sono verificate due cose. "Io termino la mia reggenza perché a capo della Procura viene nominato Giuseppe Pignatone e dall'altra parte in Vaticano si iniziano una serie di grandi manovre o di scontri sotterranei, come è costume probabilmente in quel contesto, intorno a Papa Ratzinger. E sappiamo poi che Papa Ratzinger da lì a un anno neppure si dimetterà" dice il magistrato in una intervista al Corriere della sera. 

 

Attacco che provoca la reazione sdegnata di Pignatone che scrive al giornale. "Il dottor Capaldo non ha mai detto nulla, come invece avrebbe dovuto, delle sue asserite interlocuzioni con «emissari» del Vaticano alle colleghe titolari, insieme a lui, del procedimento. Nulla in proposito egli ha mai detto neanche a me, che pure, dopo avere assunto l'incarico di Procuratore della Repubblica (19 marzo 2012), gli avevo chiesto di essere informato dettagliatamente del «caso Orlandi»".

 

Nella lettera di Pignatone al direttore del Corriere, Luciano Fontana, si legge inoltre: "Dopo il mio arrivo a Roma il dottor Capaldo ha continuato per oltre tre anni a dirigere le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, sentendo personalmente testimoni e indagati, disponendo intercettazioni e attività di polizia giudiziaria e nominando consulenti; egli ha anche coordinato, intervenendo sul posto, le attività per la rimozione della salma di Enrico De Pedis dalla tomba nella Basilica di Sant'Apollinare e i successivi scavi nella cripta che hanno portato al rinvenimento di alcuni scheletri e di numerosissimi frammenti ossei non riconducibili però alla Orlandi. Io non ho mai ostacolato in alcun modo nessuna attività di indagine disposta dal dottor Capaldo o dalle altre colleghe".

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