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L’ultimo imbroglio: supereroi col siero. Paragone fa a pezzi Capitan Vaccino
«Capitan Vaccino e il ritorno alla normalità». Non so se il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, uomo di comunicazione, abbia avuto modo di visionare il manifesto studiato dalla sua Regione in collaborazione con il sistema sanitario regionale, Alisa. Si tratta di una iniziativa per spingere le vaccinazioni dei bambini di fascia compresa tra i 5 e gli 11 anni. Se fossi in lui, dopo la morte della giovane Camilla Canepa, vaccinata AstraZeneca durante i famosi open day della libertà, starei più accorto con certe iniziative: non è che se poi le cose finiscono male si può sempre dire che il fondo il vaccino è una scelta e non li ha obbligati nessuno.
A onor del vero, peggio della regione Liguria ha fatto l’Ufficio del Commissario per l’emergenza Covid di Messina che sotto una fotografia di una famiglia, ha osato scrivere una frase vergognosa: «A Natale non entriamo nelle case dei non vaccinati». Nel commissariato messinese non solo hanno smarrito il senso della comunità e del Natale, ma ignorano che i vaccinati possono contagiare tanto quanto i non vaccinati. Questi però sono gli effetti prodotti da una comunicazione ormai talmente incattivita da non rendersi conto degli effetti.
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Le persone, adolescenti inclusi, si vaccinano perché il governo, le Regioni, l’informazione stanno obbligando a un baratto cinico e meschino, i diritti, il lavoro, la libertà con il vaccino. Il Super Green Pass sotto le feste di Natale è quantomai esemplificativo della vigliaccata in corso, perché tale ritengo essere l’opzione di precludere agli adolescenti la possibilità di festeggiare con gli amici le feste di Natale e di fine anno se non si sono fatti il siero magico. Per non dire delle voci che danno il Super Green Pass come lasciapassare per andare a lavorare.
Ma torniamo al fumetto di Capitan Vaccino e il ritorno alla libertà. Quello di idealizzare il siero come se fosse una pozione magica che trasforma in Avengers è un colossale imbroglio, una vera e propria truffa linguistica che continua sul registro per cui i vaccinati sono protetti, sono immunizzati, hanno uno scudo sanitario e blablabla. I vaccinati non hanno alcuna immunizzazione da super eroe, tant’è che i vaccinati si possono infettare, possono contagiare, possono finire in ospedale, possono andare in terapia intensiva e possono pure morire come dimostrano i dati ufficiali dell’istituto superiore della sanità.
«Ma è il paradosso di Simpson!», ti rinfacciano i Buoni, tirando fuori il famoso denominatore della platea dei vaccinati. Quello del paradosso di Simpson inizia a non reggere più, primo perché il numero è alto, secondo perché chi è stato convinto a vaccinarsi dopo il ricatto del Green Pass o dopo una martellante campagna mediatica degna di un paese poco democratico non si beve la storiella di Simpson. Vendere l’immagine di Capitan Vaccino o del vaccinato come una specie Avengers non ammette paradossi o spiegazioni e se uno finisce in ospedale, in terapia intensiva o addirittura muore il mantellino del super eroe scompare senza se e senza ma. Per non dire dei danni collaterali da vaccini, il cui numero sta aumentando e su cui non potranno mentire per sempre. Nemmeno se si alleano con Capitan Propaganda.