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Massimiliano Fedriga storce la bocca a Controcorrente sui sanitari no-vax: “Così si rischia il disastro”

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Massimiliano Fedriga è l’ospite d’onore della puntata del’11 dicembre di Controcorrente, programma del weekend di Rete4 condotto da Veronica Gentili. Il presidente del Friuli-Venezia Giulia analizza il tema Covid rispondendo alle domande da studio: “Tra i no-vax penso che ci sia una parte che un pochino viene meno alla partecipazione attiva alle proteste perché qualcuno ha deciso di aderire alla campagna vaccinale. Rimane una fascia estremamente minoritaria di no-vax ideologizzati che poi si confondono con i no-green pass ma che poi sono la stessa cosa. Credo che quella fascia lì rimarrà molto radicalizzata e violenta nelle parole. Se uno guarda i social o le chat no-vax che hanno preso di mira i miei profili non è che contestano un’idea, nella migliore delle ipotesi arrivano alle minacce. I sanitari non vaccinati - prosegue il governatore - rappresentano un problema per tutte le Regioni e anche per la mia ma tutto questo deve avvenire all’interno della massima sicurezza possibile perché se si diffondesse la pandemia all’interno degli ospedali sarebbe un disastro, come abbiamo visto nelle precedenti ondate. Quindi discutiamo della possibilità di un reintegro ma quello che pretendiamo è che ci sia chiarezza sulla sicurezza”.

 

 

“Il Friuli Venezia Giulia dovrebbe aver superato il picco dei contagi ma - sottolinea Fedriga - il successo dei vaccini è l’enorme differenza che rispetto allo scorso anno abbiamo avuto sulle ospedalizzazioni e sulle terapie intensive. L’11 dicembre 2020 noi avevamo 843 contagi, con 8432 tamponi fatti, avevamo 644 persone ricoverate in area medica e 63 in terapia intensiva, decedute 23 persone. Quest’anno con circa 22mila tamponi abbiamo 745 contagi ma soprattutto 290 persone in area medica, 26 in terapia intensiva e nove decessi. Quindi meno della metà”. 

 

 

Esaurito il discorso sul Covid si passa a tematiche politiche: “Penso che nella legge di Stabilità ci siano dei passaggi importanti, penso alla defiscalizzazione sulle persone fisiche che riguarda anche i lavoratori. Draghi e il governo sono andati in una determinata direzione che favorisce lavoro e lavoratori. Posso capire i sindacati che magari qualche dubbio, qualche critica legittima possono averla verso la legge di stabilità però andare verso uno sciopero generale vuol dire andare verso la rottura totale, vuol dire tagliare qualsiasi ponte al dialogo e al confronto. Esistono altri strumenti come la dichiarazione dello stato di agitazione che può essere una misura dove si segnalano delle criticità ma non si va verso lo sciopero generale. Salvini - conclude l’esponente della Lega - ha detto che bisogna cercare di coinvolgere più forze politiche possibile nell’elezione del presidente della Repubblica ma questa volta non si può pensare di far sì che il bandolo della matassa lo tenga una parte politica, dove la sinistra ha sempre governato almeno negli ultimi periodi l’elezione del presidente della Repubblica”.

 

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