diritti e informazione
Solo ai no vax è vietato parlare. Paragone spiana la Rai del pensiero unico
L’altro giorno sulle colonne di questo giornale ho raccontato la storia di una discriminazione vissuta da una lavoratrice alla quale viene impedito di allattare il proprio figlio in una sala o nell’ufficio dove lavora. È una storia che conosco bene perché la lavoratrice in questione è la mia assistente parlamentare. Il titolo dell’articolo centrava anche un altro aspetto: le parlamentari possono allattare, le lavoratrici comuni no.
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Non che mi aspettassi nulla di che ma volevo avere la riprova della mia diffidenza. Tutto come previsto: nessun commento, le istituzioni silenti, nessuno ripresa della notizia. Insomma siccome la denuncia non partiva dal circoletto degli amici, le lavoratrici in questione possono tranquillamente mettersi l’anima in pace: se vogliono allattare non disturbassero la Casta dei denunciatori con le erre moscia.
L’ipocrisia dei commentatori e dei politici la conosciamo bene: suonano a gettone, tu metti il soldino e loro cantano, suonano e ballano. L’indignazione non è uguale per tutti. Le lavoratrici si difendono bene attorno all’8 marzo; se ne parli a dicembre il disco non tira. In America un nero uccide un italiano e non ci sono genuflessioni o altro: diciamo che è stata sfortuna.
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E che dire del diritto di manifestare il proprio pensiero? Manifestazioni vietate con la forza (la curva dei contagi aumenta pure senza le manifestazioni o no?) per i No Green Pass, ma gli altri possono manifestare. E che dire del bavaglio che piace ai direttorissimi? Ha cominciato Mentana e ovviamente la gara a dimostrarsi il più politicamente corretto ha contagiato gli altri, tra cui due frequentatrici del club Bilderberg (oddio, gombloddoooo!!!) Lilli Gruber e Monica Maggioni. La prima è la signora del salottino preserale de La7, la seconda (già presidente della tv pubblica) è da poco stata nominata direttrice del Tg1 per volere di Mario Draghi. La7 ogni tanto se ne esce con la pretesa di essere e di fare servizio pubblico, la Rai invece lo è e proprio per essere disciplinata da un contratto di servizio dovrebbe assicurare a tutti la possibilità di esprimere la propria voce. Per volere dei vertici, invece, ai cosiddetti no vax (definizione che ormai tiene dentro qualsiasi cosa) verrà progressivamente negata tale possibilità. A questo punto domando: perché i criminali in Rai hanno e hanno avuto diritto di parola e una persona che non si vaccina, senza per questo violare alcuna legge, no? E perché allora costoro dovrebbero pagare il canone per sostenere il bavaglio di Stato?
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Le discriminazioni e l’odio scaricato contro chi si avvale di una scelta garantita dallo Stato ma limitata con decreti estorsivi si addensano. Walter Ricciardi in una intervista ha fatto il conto della serva di quanto ogni mese costerebbero alla sanità le scelte dei... no vax. Una autentica vigliaccata autorizzata da un giornalismo che si fa propaganda. Qual è il sottinteso di Ricciardi? Qual è l’iniezione di veleno che instilla il consulente del ministro Speranza, uno che dovrebbe rappresentare la sinistra radicale? Facile, che i cosiddetti no vax non meritano nulla, dovrebbero essere sacrificati se la loro libera scelta non cambia nel senso che piace al Palazzo. Non importa che non siano fuorilegge, non importa che paghino le tasse, non importa nulla: importa che non fanno quello che vogliono loro.
Ricciardi avrebbe potuto dire «Quanto ci costano al mese i fumatori o gli obesi o i bevitori o i ludopatici per le loro cattive abitiudini» ma se lo avesse detto si sarebbe aperto un dibattito sulla sanità pubblica. Coi «No Vax» invece si può, anzi è persino educativo. Allora se la linea è questa io non voglio pagare il patrocinio gratuito ai criminali; e chi non ha figli che vanno a scuola chiederà di non pagare la scuola pubblica. E avanti di questo (assurdo) passo.
Le discriminazioni di questa «emergenza Covid» sono tante, evidenti; ma non sono autorizzate dalla Propaganda. Il siero ai bambini? Va fatto e basta. I danni da vaccino? Non esistono, sono solo suggestioni. Le ospedalizzazioni dei vaccinati? È solo il paradosso di Simpson. Il Super Green Pass? Punizione inevitabile.
Alla fine delle festività natalizie, però, i ristoratori e gli albergatori tireranno le loro somme e se mancheranno gli incassi che prevedevano forse capiranno che i non vaccinati con obbligo di tampone ogni 48 ore hanno fatto la differenza. E non sarebbero stati pericolosi per la incolumità dei vaccinati. Anzi...