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Migranti, in Italia entra chiunque ma la Lamorgese chiede all'Ue sanzioni per Orban & co.

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Sbarchi e ingressi clandestini, le frontiere italiane sono un colabrodo sul fronte dell'immigrazione ma la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese a livello europeo chiede penalizzazioni per chi non accoglie, leggasi il gruppo di Visegrad. 

A Bruxelles, a margine del Consiglio Affari Interni, in vista del Consiglio Europeo del 16 dicembre, in cui i capi di Stato e di governo dovrebbero tornare sulla dimensione esterna delle migrazioni, per la terza volta consecutiva la Lamorgese ha spiegato le richieste dell'Italia. In primis un sistema di ricollocamenti di migranti su base "volontaria", con la partecipazione dei Paesi disponibili, studiando nel contempo un sistema di "penalizzazioni" per chi si chiama fuori. In più, spinge perché si stringano "partenariati forti" con i Paesi di provenienza e di transito dei migranti, al fine di "prevenire" le partenze. 

 

"Noi abbiamo due principi - dice Lamorgese - uno è la redistribuzione dei migranti in maniera volontaria, perché ci saranno sempre dei Paesi come quelli di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, ndr) che non parteciperanno. Dovremo pensare anche, con la Commissione, a quelle che saranno eventuali penalizzazioni e dare avvio ad un piano di relocation con quei Paesi che hanno già partecipato all’epoca" degli accordi di Malta.  

 

"Speriamo che si vada avanti con questo - continua - purché vengano previste delle quote stabilite già dall’inizio. Siamo su questa linea, così come siamo sulla linea di partenariati forti con i Paesi terzi, perché è importantissimo che arrivino risorse a Paesi che sono in difficoltà perché riprenda l’economia del Paese: bisogna operare per prevenire le partenze. Le frontiere marittime sono ben diverse da quelle terrestri, quindi una volta che partono non è che si possono fermare in mezzo al mare. Le partenze occorre prevenirle, dopo bisogna soltanto operare per il salvataggio. E poi per le relocation con gli altri Paesi", conclude. 

 

Non solo migranti. La titolare del Viminale  ha affrontato anche lo spinoso capitolo della gestione delle proteste dei No Vax e contro il Green pass, culminate con gli scontri di Roma e l'assalto alla sede della Cgil. "Il Viminale non ha avuto enormi problemi, il Viminale ha cercato di gestire una situazione difficile cercando di creare il giusto equilibrio tra diritti, dando la priorità al diritto alla salute", ha ammesso la ministra. 

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