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Schiaffo di Belpietro a Mentana: "Se fai il giornalista fai parlare tutti, anche i no vax"

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Non si arresta il dibattito sulla presenza dei no vax in tv dopo la presa di posizione del direttore del Tg di La7 Enrico Mentana, che ha rivendicato di non aver mai ospitato nelle edizioni del suo telegiornale esponenti della galassia contraria ai vaccini. Posizione in cui non si riconosce il direttore de "La Verità" Maurizio Belpietro.

«Anziché fare il nostro mestiere, che è e resta quello di informare, c’è chi vorrebbe fare qualcos’altro... Noi dobbiamo fare informazione e dare notizie, belle o brutte che siano, sentendo tutte le fonti e poi magari aggiungendo anche le nostre opinioni. Ma se si decide di non riportare una fonte o un pezzo della realtà, poi i lettori, i telespettatori e le persone in genere non capiscono cosa stia succedendo».

Maurizio Belpietro direttore della ’Verità’, interviene con l’AdnKronos nel dibattito sulla opportunità di dare o meno voce ai No-Vax, lanciato dal direttore del TgLa7 Enrico Mentana e ripreso anche dalla direttrice del Tg1 Monica Maggioni, contrastati oggi da Marco Travaglio direttore del ’Fatto Quotidianò con l’editoriale intitolato ’No Vox’.

Si chiede Belpietro: «Perché si dovrebbe fare eccezione con i No-Vax? Hanno torto? Benissimo: facciamoli parlare e spieghiamo chi sono. Ma se decidiamo di non farli parlare, rinunciamo a fare il mestiere di giornalista e ci trasformiamo in un organo che deve diffondere una sola voce. È ovvio che la voce della Scienza è più importante di quella di una singola persona che per motivi suoi decide di non vaccinarsi: ma quando ci si trova di fronte a milioni di persone che non vogliono vaccinarci, il nostro compito è quello di far capire chi sono e perché agiscono e decidono così».

Sottolinea Belpietro: «Non credo i No-Vax siano peggiori di mafiosi o terroristi o dittatori che pure sono stati intervistati... Avranno idee sbagliate, ma se si dovesse decidere di non dare più voce a chi ha idee sbagliate, dove si andrebbe a finire?». Quanto all’esigenza di un giusto equilibrio e "dosaggio", per il direttore della "Verità" «è una esigenza che pare evidente. Ma siccome si sta descrivendo un fenomeno, per farlo capire forse è utile parlare con chi rappresenta quel fenomeno. La prima domanda che un giornalista dovrebbe porsi e porgere a un No-Vax è chiedergli perché ha deciso di non vaccinarsi; e se non lo inviti in trasmissione o non lo intervisti, non glielo puoi chiedere e non avrai mai la rappresentazione di quel che sta accadendo».

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