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L'Aria Che Tira, Maria Rita Gismondo e i dubbi sul vaccino ai bambini: "Sono quelli del disastro AstraZeneca"

Giada Oricchio
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“I bambini serbatoio di virus come i no vax”. Dall’affermazione choc del direttore del Dipartimento di emergenza dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, Alberto Villani, parte la diretta de “L’Aria che Tira” di martedì 7 dicembre su LA7

 In collegamento, Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica dell'ospedale Sacco di Milano, è a favore del vaccino con molti se e molti ma: “Vorrei che tutti i bambini si vaccinassero però lo 0,01% di letalità su quelli già gravemente malati si contrappongono a un caso su 100.000 miocarditi di bambini vaccinati. Io e altri colleghi vogliamo che si approfondissero e si concludessero gli studi affinché il bambino fosse protetto dal Covid e da eventuali effetti collaterali del vaccino. Dobbiamo ancora studiare la dose ottimale e a che intervalli. E’ presto. Sono stati valutati soltanto 45 bambini divisi in tre gruppi per stabilire la dose, come facciamo a stabilire che quella dose è ottima o no? La statistica ha un senso”.

La conduttrice Myrta Merlino e il giornalista Federico Geremicca hanno replicato che milioni di bambini sono stati vaccinati in America e in Israele e non ci sono stati effetti collaterali gravi. Subitanea la controreplica della virologa: “E allora perché le aziende produttrici non portano questi dati scientificamente consolidati alle agenzie regolatorie? E’ stato presentato un solo lavoro di 2.000 bambini circa con 1.500 vaccinati e gli altri di controllo. Se è vero che le agenzie rigettano tutti i dati che non siano pubblicati e certificati, non dobbiamo accettarli se fa comodo. Bisogna essere coerenti. Una miocardite su 100.000 bambini sani è ugualmente da evitare come il ricovero di un bambino con il Covid, dobbiamo capire se la miocardite è evitabile con dose diversa o tempi diversi. La scienza non si fa per scoop giornalistici”.

In sintesi, per Gismondo bisogna accelerare sulle prime e terze dosi agli adulti e non vale la pena rischiare sui bambini anche perché non si conoscono le conseguenze a lungo termine: “Basterebbe un mese, un mese per essere maggiormente sicuri e capire qual è il male minore da arginare, fascia d’età per fascia d’età. Il criterio generale è ‘primum non nocere’. E’ vero che i bambini sono un serbatoio di virus, ma allora il governo si prendesse le sue responsabilità e mettesse l’obbligo vaccinale”.

In studio lo sconcerto è palpabile, Myrta Merlino ascolta con aria perplessa e ricorda: “Villani e Ricciardi, il consigliere del Ministro Speranza, sono per le vaccinazioni il prima possibile. Lo sono anche Aifa, Ema e l’FDA americana che hanno dato il via libera prima di Natale”. Mal gliene incolse perché invece di controbilanciare i punti di vista, fa esplodere la professoressa Gismondo: “Sono gli stessi enti che hanno autorizzato AstraZeneca e dopo due mesi sono successi disastri. Possono sbagliare anche loro”, “Adesso… disastri…” sussurra un’incredula Merlino, ma la microbiologa insiste e ribadisce che gli enti sono stati contraddittori: “Certo! Abbiamo avuto delle morti. Prima una fascia d’età, poi un’altra, non è colpa di nessuno, ma se si affretta così in una fascia come quella dei bambini…”. Merlino e Geremicca sospirano profondamente in segno di resa.

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