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Inchiesta Covid, Crisanti inguaia Speranza? Cosa dice la perizia bomba sui morti di Bergamo
Da Bergamo può partire una scossa tellurica senza precedenti. È il caso dell'inchiesta aperta dalla procura lombarda sui morti di Covid nella Val Seriana, dove la pandemia ha presentato un conto drammatico. Tra le carte dell'inchiesta c'è la perizia del consulente tecnico della procura di Bergamo, il virologo Andrea Crisanti, che potrebbe dare una svolta decisiva all'indagine la cui fase istruttoria sta volgendo al termine.
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A fornire dettagli importanti sulla consulenza di Crisanti è il Domani che racconta il clima di "tensione" intorno a questa indagine "che rischia di travolgere il ministero della Salute" Roberto Speranza. Entro gennaio si concluderà la fase istruttoria del fascicolo, dopo di che si dovrà decidere se archiviare o dare seguito al procedimento.
Il nodo è se le autorità sanitarie hanno sottovalutato i rischi nella primissima parte dell'emergenza Covid e hanno responsabilità per l'ecatombe di Bergamo. "Immaginatevi un gigantesco puzzle fatto di documenti, alcuni noti e altri no, messi tutti in fila uno dietro l'altro, in successione temporale, a partire da gennaio 2020. Un puzzle che inchioderebbe governo, ministero della Salute, Cts e regione Lombardia alle proprie responsabilità sulla gestione della prima ondata Covid. Un mosaico corredato da modelli matematici, errori scientifici, sottovalutazioni del rischio, azioni mancate (previste dal Piano pandemico influenzale) e relazioni causa-effetto dalle conseguenze nefaste", si legge sul quotidiano in edicola oggi.
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In sintesi, la perizia di Crisanti potrebbe portare anche ad avvisi di garanzia. "La perizia del consulente tecnico della procura di Bergamo, Andrea Crisanti, potrebbe dare una svolta decisiva a questa voluminosa inchiesta, la cui fase istruttoria sta volgendo al termine. C'è molta tensione intorno a questa indagine sull'ecatombe della Val Seriana con l'ipotesi di reato di epidemia colposa e falso, che rischia di travolgere il ministero della Salute, sebbene le valutazioni in corso riguardino l'apparato tecnico della nostra sanità, non quello politico ha fatto sapere il procuratore capo, Antonio Chiappani".
"Allo stato non ci sono elementi per alcuna contestazione nei confronti del ministro della Salute Roberto Speranza" aveva detto l'1 dicembre Chiappani al Corriere della Sera in seguito alle indiscrezioni emerse dopo l’ultima audizione, secondo cui Speranza aveva negato ingerenze sull’Oms. Alcune sue chat con Silvio Brusaferro paiono invece evidenziare un interessamento. "Non c’è nulla da contestare al momento - sottolinea Chiappani- La verità è che ci sono molte incongruenze che riguardano più versioni date da più soggetti". "Noi cercavamo e cerchiamo di capire qual è stata la prima risposta delle autorità sanitarie alla pandemia. Se ci sono stati errori, omissioni o comportamenti sbagliati. E siamo incappati nella mancanza di aggiornamento del Piano pandemico. Più in generale direi che è stata saltata la fase ’pre pandemica' e ci si è mossi con una gestione non programmata della crisi" è la ricostruzione del procuratore.
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L’applicazione di un Piano pandemico avrebbe aiutato? Chiappani dice che "questo è l’oggetto della consulenza che abbiamo affidato al professor Andrea Crisanti. Il Piano è una linea programmatica ministeriale, andava applicato". "C’è stata una grande sottovalutazione del rischio, non aggiungo altro", diceva ancora Chiappani.