Avanti col vaccino per la fascia 5-11 anni, Locatelli accelera: a quali bambini va data la priorità
"Il 16 dicembre si inizia a vaccinare i bambini. Invito i genitori a fare loro un bel regalo di Natale". Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, domenica 5 dicembre è ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3. Il professore come altri porta in dote nelle argomentazioni pro vaccino ai bambini dai 5 agli 11 anni le evidenze che arrivano dagli Stati Uniti.
Bassetti: quarta dose inevitabile. Ma è guerra dei virologi: "Non si può cambiare ogni mese"
"I vaccini in età pediatrica hanno dei riscontri positivi per quel che riguarda il loro profilo di sicurezza, sia degli studi registrativi, sia anche da quella che si chiama Real-World Evidence, cioè quanto emerge per esempio negli Stati Uniti dove è da tempo che la campagna di vaccinazione pediatrica è iniziata. Non ci sono segnali di allerta, sono stati sufficientemente testati e non dimentichiamoci che il dimensionamento campionario degli studi viene concordato con le agenzie regolatorie quindi anche in quella fase c’è un filtro da parte delle agenzie regolatorie" dice il capo del Cts.
Porro sfida Burioni, rissa violenta sul vaccino: "Grottesco", "in malafede"
Insomma, "vaccinare i bambini è prioritario per tutelare la loro salute, questo è un concetto che da pediatra devo sottolineare, perché seppur raramente i bambini possono sviluppare forme gravi di patologia, la fascia tra i 6 e gli 11 è quella in cui in assoluto in questo momento vi è maggior crescita dei contagi". "In più - ha spiegato - vanno anche vaccinati per tutelare la loro presenza a scuola, la didattica in presenza è fondamentale per la strutturazione della personalità e i loro spazi sociali ed educativi".
Sulle eventuali conseguenze negative di un vaccino anti Covid su un bambino ha poi sottolineato che "sostanzialmente gli effetti collaterali sono riassumibili con un po' di dolore al braccio per poche ore, un po' di febbre, i casi di miocardite nell’età più piccola, 5-11 anni, sono più rari rispetto a quelli già rari negli adolescenti, che si risolvevano comunque spontaneamente. Far perdere giorni di scuola, limitare gli spazi sociali, limitare i momenti di incontro, ricreativi e ludici dei bambini impatta negativamente sulla strutturazione della loro personalità".
È guerra tra virologi sulla quarta dose: spaccatura e lite tra favorevoli e scettici
E quanto alle categorie escluse dalla campagna vaccinale pediatrica per Locatelli "solamente i bambini che abbiano gravissime storie di manifestazioni allergiche alle spalle. Sottolineo che nell’ambito della patologia pediatrica andrà sostanzialmente data priorità a quei bambini che sono esposti a maggior rischio di sviluppare malattia grave, quindi i bambini oncologici, i bambini trapiantati di organo solido, con immunodeficienze primitive, oppure con patologie che impattano sul loro sviluppo neuropsichico importante, proprio perché vanno tutelati sempre i più fragili proprio in quella fascia d’età".
Ma non si è parlato solo di vaccini ai bambini. Quello di quest'anno "sarà un Natale decisamente differente rispetto all'anno scorso", soprattutto perché le persone contagiate e le vittime sono molte meno rispetto a 12 mesi fa. Ci troviamo in un "Paese che è marcatamente più aperto e in un anno in cui la variante predominante è la Delta - ha concluso Locatelli -. Credo che migliore dimostrazione dell'efficacia dei vaccini non ci sia. Non sappiamo ancora quanto dura sia la protezione da malattia sia da contagio della terza dose. In funzione delle evidenze decideremo. Quella di una quarta dose è un'eventualità non escludibile ma ora non all'ordine del giorno".