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In Onda, Mario Monti ci ricasca: gli italiani? Hanno uno scarso livello di preparazione

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Mario Monti torna sul luogo del delitto, ovvero nel salotto tv di La7 In Onda, dove sabato 4 dicembre è intervenuto sulle controverse dichiarazioni rilasciate sempre al programma condotto da Concita De Gregorio e David Parenzo.

 

Sette giorni fa aveva pontificato, salvo poi ammettere di avere usato espressioni sbagliate, che sulla pandemia "non abbiamo usato una politica di comunicazione adatta alla guerra. Bisognerà trovare un sistema che concili la libertà di espressione ma che dosi dall'alto l'informazione. Parlando continuamente di Covid si fanno solo disastri. Comunicazione di guerra significa che ci deve essere un dosaggio dell'informazione". E poi la frase che aveva fatto saltare tutti sulla sedia: "Bisogna trovare delle modalità meno democratiche" di comunicare.

 

Il Professore, già premier del governo dei tecnici, torna a parlare della questione prendendola un po' alla larga: "Il fenomeno di cui parliamo è stato molto dibattuto. C'era il negazionismo anche ai tempi del mio governo, secondo alcuni l'Italia era vittima di un complotto internazionale e non aveva problemi" finanziari, dice Monti. Oggi per l'economista il problema è l'infodemia, certificata anche dall'Oms. "Dopo l'infelice espressione", così dice Monti, "usata da voi ho ricevuto una telefonata" da stimati accademici che sostenevano "già a marzo 2020 che la gestione delle informazioni sulla pandemia in Italia era buona da parte delle autorità, buona dai media e incontrollabile sui social".

 

In collegamento c'è anche il sociologo Luca Ricolfi che rintuzza: " Monti ha ottimi motivi per sostenere questa tesi ma la storia si può raccontare in altro modo. Siamo in guerra e chi esprime un opinione non mainstream è considerato un disertore" dice il sociologo che sostiene che in tv, ad esempio, vengono invitati solo personaggi macchietta contrari ai vaccini, non scienziati eterodossi. 

 

Quando la parola torna a Monti il Professore torna a suonare il tasto più dolente. La colpa gira gira, è degli italiani. "C'è scarso livello di preparazione da parte del popolo italiano" nel capire il dibattito sul Covid che domina in buona parte dei programmi tv. "Ognuno ha il diritto di voto, sacrosanto", ma il livello culturale scarso degli italiani si ripercuote anche sui "giudizi politici" di questi ultimi. "È una lacuna grave e storica dell'opinione pubblica italiana. Io non ho parlato dei no vax (sette giorni fa a In Onda, ndr) ma ho ripetuto con parole infelici quanto detto a marzo nel 2020 dicendo che se in tv si parla solo di della pandemia nasce la disinformazione". 

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