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In Rai "molestie e ricatti sessuali". L'ex conduttrice del Tg1 Cinzia Fiorato vuota il sacco

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Tutti si sono giustamente indignati per le molestie subite in diretta tv da Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana tv palpeggiata da un tifoso. Ma spesso chi non risparmia le critiche più severe non è del tutto "innocente". Sono destinate a far discutere le parole affidate ai social da Cinzia Fiorato, giornalista del Tg1 che ha anche condotto. 

 

"Ho riflettuto a lungo su quanto accaduto alla collega Greta Beccaglia, perché per me questo è argomento ancora dolente. Appartengo alla generazione di giornaliste che hanno conquistato con fatica e sofferenza un pezzettino di spazio in una professione che, quando io ho cominciato, nel lontano 1984, era quasi esclusivamente occupata dagli uomini. Ho avuto la sfortuna di essere anche fisicamente attraente e questo ha creato il fatidico mix esplosivo - racconta la giornalista svelando anni di sessismo e molestie sessuali - Ho incontrato molti colleghi che hanno cercato di ricattarmi sessualmente nella mia vita professionale, ho avuto diverse "pacche" non gradite, commenti volgari, parole sussurrate, avvicinamenti arbitrari, sguardi invasivi e invadenti. Non mi è arrivato tutto solo dai colleghi e nemmeno solo dai miei superiori".

 

Fiorato racconta poi episodi che riguardano non solo giornalisti e dirigenti, ma anche tecnici e impiegati del servizio pubblico "che si sono permessi cose che non si dovevano permettere, gravi e meno gravi. Una volta stavo aspettando in silenzio l'arrivo di alcune immagini dall'estero, a un certo punto, non si sa perché, il tecnico ha preso una cassetta betacam e mi ci ha dato con forza una pacca sul sedere facendomi male. Non lo avevo mai visto prima in vita mia. Gli ho urlato tutta la mia rabbia, certo, ma mi sono resa conto subito che eravamo soli nella stanza e la mia parola sarebbe stata contro la sua".

 

In quanto conduttrice del Tg1 la giornalista è stata anche vittima di stalking "da parte di un pregiudicato con grossi problemi psichiatrici che il tribunale ha poi riconosciuto pericoloso socialmente, uno stalker che oltre a tutto entrava in Rai e mi minacciava in rete, il mio direttore di allora mi disse 'e che ce voi fà, quando una é bona...' senza aiutarmi in nessun modo. Anzi, fui derisa, aggredita verbalmente dal mio caporedattore perché, lavorando di notte, mi facevo accompagnare dal mio compagno, non trovando alcun'altra protezione. Fui accusata di inventarmi tutto per ottenere uno spostamento di edizione".

"Una volta chiamai un tecnico perché dal mio computer era sparito il cavo del monitor (accade anche questo nelle redazioni), lui venne, lo sistemò, poi si avvicinò al mio orecchio (io ero seduta) e mi sussurrò sul collo "ora però vieni a cena con me"... Quando io ho cominciato questo lavoro la vita di una bella ragazza era una cosa a metà strada tra uno slalom gigante e l'attraversamento di un campo minato", racconta su facebook.

"Il mio primo caporedattore (non Rai), al secondo giorno di lavoro mi disse davanti a tutti: "si ma porco D... sembri una foca monaca, slaccia qualche bottone, mostraci un po' di tette ca**o!" si legge nel post la giornalista che rivendica: "Non mi sono mai fatta sopraffare, ma non ho mai potuto denunciare niente, non c'era alcuna solidarietà all'epoca, nemmeno da parte della giustizia. Era tutto molto difficile, erano gli anni 80/90, se ti mostravi mortificata per queste cose ti dicevano che eri una psicolabile, che avevi problemi caratteriali e che sarà mai!".

 

Nel post si legge anche un attacco alle donne che in Rai "ce l'hanno fatta".  "Le poche colleghe della mia generazione o quasi, che hanno rotto il tetto di cristallo, lo hanno fatto mimetizzandosi perfettamente in mezzo ai tanti uomini che le hanno accettate e aiutate ad andare avanti proprio perché non rappresentavano alcun cambiamento di passo o di cultura rispetto al sessismo imperante, anzi, erano funzionali al sistema, la famosa eccezione che conferma la regola e che dà la possibilità ai sessisti di dire "ma quale sessismo! e allora tizia e caia? loro sono direttrici, amministratici delegate, presidenti, caporedattrici!!". Si, ma lo sono con tutti i vizi di sempre, che si abbattono per lo più sulle donne. Non c'è machismo più feroce del machismo di una donna".

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