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"Non faremo più i tamponi ai no vax", la crociata di Luca Zaia in Veneto

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Niente tamponi gratis ai no vax. Linea dura di Luca Zaia, governatore del Veneto. «Noi siamo tra quelli che fanno più tamponi in Italia, sui 140 mila al giorno. Però quando tu hai, come nella giornata di oggi, 3000 contagiati si debbano fare delle scelte. Per non parlare del fatto che i tamponi ci servono anche per le scuole: abbiamo quasi 500 contagiati tra gli studenti e dobbiamo monitorarli. Insomma, c’è una scala di priorità che va rispettata», dice a La Stampa.

 

Sulla vaccinazione dei bambini infine afferma: «Sappiamo: uno, che la comunità scientifica ci dice che si possono vaccinare; due, dico che devono decidere i genitori; tre, la valutazione di mettere in sicurezza i propri figli con la vaccinazione è sacrosanta ma noi adulti non possiamo nasconderci dietro la vaccinazione dei bambini per metterci il cuore in pace», «è scandaloso che ci sia ancora un 25 /30 per cento di adulti che devono vaccinarsi», «Che qualcuno, come ho sentito, sostenga che vaccinare i bambini serva per andare a tamponare la quota degli adulti che si rifiutano, non lo tollero», «la cosa più strabiliante è che l’80 per cento di quelli in terapia intensiva sono non vaccinati così come il 55 per cento degli ospedalizzati nei reparti normali. I non vaccinati però rappresentano solo il 14 per cento dell’intera popolazione in Veneto e quindi si capisce che tipo di incidenza, pesantissima, abbiano».

 

Ma il governatore dice comunque no all’obbligo vaccinale: «Perfino l’Oms la scorsa settimana ha parlato di un rischio muro contro muro», «qualcuno dovrebbe spiegarmi come si attuerebbe l’obbligo vaccinale: facciamo dei Tso a chi si rifiuta? In questo Paese dove non puoi nemmeno chiedere un documento di identità a una persona, mica puoi prendere uno con la forza e vaccinarlo! Penso che l’accompagnamento coatto alla vaccinazione non ci sarà mai», «in Germania faranno obbligo vaccinale sopra i 60 anni e per chi non aderirà prevedono una multa di cento euro al mese. Mi sembra una cosa ridicola, anche perché s’introduce una bella disparità tra ricchi che possono permettersi di non vaccinarsi e poveri che devono soccombere».

 

Zaia aggiunge poi che il Super Green Pass «nasce dalla necessità di non chiudere e di salvaguardare la salute. Ricordiamoci che il passaggio dalla zona gialla, che ha minime restrizioni, a quella arancione, significa chiusura dei confini comunali e di un sacco di attività, come cinema, teatri, ristoranti, bar...», «ringraziamo il Cielo che è arrivata la neve». 

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