dati a confronto
Covid, non bisogna avere paura. Sta andando decisamente meglio di un anno fa
Nell'ultimo mese abbiamo avuto un quinto dei contagi che si erano registrati nello stesso periodo dell'anno scorso. I decessi sono stati ancora inferiori: circa un decimo del novembre dell'anno scorso. Se questa è la quarta ondata, sembra davvero un'ondina e non si capisce perché ogni giorno bisogna drammatizzare una situazione che è ben lontana dall'essere grave. Si enfatizzano paragoni con il mese di giugno, dicendo che stiamo tornando a quei dati. Ricordo che quello è stato il mese che ha convinto Mario Draghi -che è sempre stato prudente- a riaprire praticamente tutta l'Italia anche senza ancora avere inventato il green pass.
E' naturale che quando è più freddo un virus circola con più facilità, ma se a dicembre si comporta come a giugno c'è da metterci la firma, non da gridare preoccupati. Come potete vedere dalla tabella che pubblichiamo oggi di raffronto dei dati del contagio fra il novembre dei due anni, in ogni fascia di età i numeri sono nettamente più bassi. Con la sola esclusione della fascia 0-9 anni, dove l'anno scorso c'erano stati 39.979 contagi e quest'anno sono scesi ma meno che in altre fasce: 27.261. Però l'anno scorso le scuole erano chiuse in tutt'Italia a questa epoca, e questo anno da nessuna parte. E se nel 2020 purtroppo qualche bambino aveva avuto una infezione più grave e 3 erano deceduti, quest'anno non è accaduto a nessuno di loro: 0 decessi. Idem nella fascia di età dei più grandicelli, quella 10-19: l'anno scorso 3 decessi, quest'anno nessuno.
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Non c'è da terrorizzarsi, anche se la curva è in salita rispetto a un'estate durata forse più a lungo del solito in buona parte d'Italia. Anche se sta indebolendosi, la protezione dei vaccini è innegabile visti quei numeri tanto più considerando che la variante Delta è più contagiosa del virus dell'anno scorso. Sembrano ottimi risultati che piano piano ci stanno portando a una possibilità che è anche un dovere: imparare a convivere con questo virus senza più spegnere il Paese come si è fatto. Negli ultimi dieci giorni il mondo invece sembrava quasi impazzito, e le notizie sulla variante sudafricana hanno provocato una vera e propria psicosi che non aveva alcuna giustificazione sulla base delle scarne notizie di cui si era in possesso.
E' vero che nella regione sudafricana in cui è stata isolata la curva dei contagi ha avuto una impennata in poche ore come non si era visto in precedenza. Ma quella della gravità dei sintomi, delle ospedalizzazioni e dei decessi no. Anche in Sudafrica i numeri sia dei contagi che dei decessi erano più alti di adesso fra metà luglio e metà agosto e in assoluto non sono particolarmente gravi seguendo le curve di queste ultime due settimane, e infatti guardando quei dati anche l'Oms ha voluto tranquillizzare il mondo spiegando che non c'è al momento alcun indizio di una variante in grado di “bucare” la difesa dei vaccini.
La drammatizzazione che parte questa sì ad ondate non ha senso, perché con questo virus e le sue possibili se non certe mutazioni bisognerà convivere a lungo. Ho letto la trascrizione di un recente simposio dei dirigenti medici di Pfizer e fra loro ipotizzavano una durata di almeno dieci anni. Per noi non è una buona notizia, ovviamente, ma anche avessero ragione (c'è da fidarsi in questo in chi fa anche i propri colossali calcoli economici) non significa che vivremo per chissà quanti anni gli stessi drammi dell'anno passato, anzi. Il virus circolerà, i vaccini si continueranno a fare, le cure approvate saranno sempre più efficaci e così circoleremo anche noi riprendendo una vita normale come abbiamo sempre fatto con mille altre malattie anche insidiose che ci hanno accompagnato in questi decenni. Forza, non fatevi schiacciare da una paura (la prudenza è saggezza, il terrore fa male) che non ha ragione di esistere.