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Bambini vaccinati per Natale. Dal 23 dicembre via alla campagna dai 5 anni di età

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Luigi Frasca
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Salvo imprevisti il 23 dicembre partirà la campagna anti-Covid rivolta ai più piccoli. L'annuncio arriva dal coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, nella settimana in cui è atteso il parere dell'Agenzia italiana del farmaco sui sieri destinati alla fascia di età, 5-11 anni. L'ok è già arrivato dall'Ema e prima di Natale dovrebbero iniziare le immunizzazioni rivolte a circa quattro milioni di giovanissimi italiani, ai quali sarà somministrata un dose tre volte inferiore rispetto a quella autorizzata per la popolazione over 12.

 

La decisione arriva nel pieno della quarta ondata pandemica, con timori legati all'inverno che verrà e alle nuove varianti, Omicron in primis, ma suscita più di una preoccupazione in tanti genitori, che i pediatri cercano di tranquillizzare.«Il vaccino è sicuro» è il mantra ribadito dai medici, che sottolineano l'importanza di ogni difesa contro Covid-19, a cominciare dai sieri, che sono senz'altro l'arma decisiva. «Credo che i numeri parlino chiaro - evidenzia Susanna Esposito, responsabile del tavolo tecnico per le malattie infettive della Società italiana di pediatria e professoressa all'Università di Parma - Nella popolazione under 18 abbiamo il 25% dei contagi e di questi contagi la metà interessano la fascia 5-11 anni».

 

«La vaccinazione dei più piccoli è fondamentale per tanti motivi - prosegue - basti ricordare le problematiche anche gravi indotte dal Covid come la sindrome infiammatoria multisistemica (Mis-c), che colpisce dall'1 al 4% dei bambini contagiati e richiede, nel 70-80% dei casi, cure in terapia intensiva». Dal 2020, oltre 250 giovanissimi malati di Sars-Cov2 in in Italia sono finiti in terapia intensiva e 35 di loro sono morti. Chi lavora ogni giorno negli ospedali pediatrici sa bene quanto l'emergenza Covid pesi in termini di posti letto, anche sulla cura delle altre patologie: «I ricoveri per Covid sono raddoppiati rispetto al mese scorso: adesso ne abbiamo circa 55- spiega Andrea Campana responsabile del Centro Covid dell'ospedale Bambino Gesù di Palidoro, contattato da LaPresse - Siamo in una situazione di vigile attesa, con tanto stress nella gestione dei posti letto. Anche per questo è fondamentale fare il vaccino ai bambini ed è importante farlo adesso».

 

«Non bisogna dimenticare che ci sono tanti danni indiretti legati al Covid- prosegue- basti pensare alle infezioni da virus respiratorio sinciziale (Vrs) che hanno anticipato nettamente la stagionalità e sono più aggressive. Un bambino su due tra quelli che arrivano al ricovero, ha bisogno di ossigeno». «Una Vrs, se si complica con un infezione da Covid, ha manifestazioni cliniche più severe - continua - e proprio il Covid ha creato una porta di ingresso a questo virus, perché ha permesso di anticipare i tempi dell'infezione che l'anno scorso, con il distanziamento sociale, non avevamo visto». Per quanto riguarda il certificato verde, la pediatra Esposito non ha dubbi: «Ritengo giusto, a tutela della comunità, inserire restrizioni, come il Green pass, che riguardino tutti coloro peri quali la vaccinazione è raccomandata, compresi, non appena lo saranno, i bambini dai 5 agli 11 anni». Infine, guai ad affidarsi ai social o a Internet per scelte importanti come quella di vaccinare un bambino.

 

Lo dice l'ex coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, che sottolinea: «Se Fda, Ema e successivamente Aifa danno il loro mia libera per me va bene. Non le sostituisco con il dio facebook o il professor google». Intanto, sempre sul fronte della prevenzione, il Viminale vara la stretta nelle aree affollate. Controlli «più serrati» nelle zone e nelle fasce orarie più affollate. Collaborazione tra prefetti e aziende di servizio del trasporto pubblico locale per «mettere a punto dispositivi dedicati». E un maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria degli esercenti al fine di «sviluppare una capillare opera di sensibilizzazione dei propri aderenti». Questo è quanto emerso dall'incontro tra la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, e i venti prefetti dei capoluoghi di Regione collegati da remoto, il capo della Polizia Lamberto Giannini e i vertici di Carabinieri e Guardia di finanza, per la messa a punto del piano strategico sui controlli delle misure anti-Covid, come previsto dal decreto legge che ha introdotto il «super Green pass» dal 6 dicembre al 15 gennaio. Il decreto approvato dopo l'ultimo consiglio dei ministri, intanto, prevede che ciascun prefetto, in sinergia con il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, adotti «un piano di controlli, anche a campione, avvalendosi delle forze di polizia e del personale dei corpi di polizia municipale munito della qualifica di agente di pubblica sicurezza, in modo da garantire il rispetto dell'obbligo del possesso delle certificazioni». «Un impegno notevole», ha ammesso la stessa Lamorgese.

 

Ma si tratta di controlli necessari in una «fase ancora molto delicata per la salute pubblica» - alle prese con la quarta ondata di Covid e la nuova variante Omicron- soprattutto in un periodo come quello natalizio in cui, tra shopping e feste, gli assembramenti saranno all'ordine del giorno. Una preoccupazione concreta, tant' è che «la maggior parte dei sindaci concorda con l'uso delle mascherine all'aperto», come conferma il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, che in cabina di regia a nome dei primi cittadini ha chiesto al governo «di farlo su tutto il territorio nazionale», per rendere il messaggio «più forte».

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