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La pillola Pfizer è per i no vax. L'azienda Usa agli analisti: l'anti-Covid non farà calare le vaccinazioni

Dario Martini
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«La pillola contro il Covid non farà calare le vendite dei vaccini». Parola dei vertici Pfizer, che in un incontro con gli analisti della società di consulenza finanziaria Wolfe Research, spiegano senza tanti giri di parole che il nuovo anti-virale orale sarà rivolto ai no vax. A coloro che, a prescindere dalla motivazione, finora hanno preferito tenersi alla larga dai vaccini. Una strategia che si basa su due valutazioni. La prima, di carattere sanitario: la pillola servirà a combattere più efficacemente la pandemia. La seconda, strettamente economica: il nuovo farmaco farà balzare ancora più in alto i profitti.

 

L’incontro con i vertici Pfizer si è tenuto il 17 novembre scorso alla Conferenza sanitaria organizzata dalla Wolfe Research. Questa azienda ha il compito di valutare le performance delle società quotate ed emette periodicamente "raccomandazioni" molto importanti per gli investitori. A porre la domanda chiave è Timothy Minton Anderson, analista farmaceutico e biotecnologico delle società ad alta capitalizzazione. Si rivolge a Mikael Dolsten, direttore scientifico e presidente del settore ricerca e sviluppo medico di Pfizer. «La mia è una domanda commerciale - mette subito in chiaro Anderson - ma sono sicuro che ci hai pensato. Cosa significa questo (la pillola, ndr) per i tassi di vaccinazione? Come venditore del vaccino e come venditore di antivirali orali, pensi che la disponibilità di questi ultimi ridurrà effettivamente i tassi di vaccinazione? Quando ho detto di questo prodotto orale a qualcuno che non era nel campo dell’assistenza sanitaria, la prima cosa che mi ha risposto è stata: "Ok, ora non ho più bisogno di farmi il vaccino".

 

Quindi, cosa ne sarà delle vaccinazioni?». Il pericolo, dal punto di vista economico, è che il business dei vaccini possa ridimensionarsi. Sono valutazioni che qualsiasi manager a capo di un’azienda è obbligato a fare. I vaccini sono diventati il core business di Pfizer. Nel terzo trimestre di quest’anno hanno generato 24 miliardi di dollari di ricavi e 8 miliardi di utile. A inizio novembre, il colosso farmaceutico americano ha addirittura rivisto al rialzo i conti: prevedendo di incassare 36 miliardi dalla vendita del vaccino anti-Covid.

 

La risposta del direttore scientifico di Pfizer alla domanda dell’analista finanziario è inequivocabile. La riportiamo per intero: «Avere una potente pillola e un potente vaccino, entrambi ben tollerati, mostra che in sinergia sono complementari. Come abbiamo visto, coloro che desiderano vaccinarsi e che accolgono favorevolmente il vaccino come profilassi di approccio generale, continueranno a vaccinarsi, probabilmente su base annuale. Alcuni gruppi sono più vulnerabili e sarà difficile sapere esattamente quando dovrebbero vaccinarsi. Ogni 6 mesi, ogni 12? Se contrarranno un’infezione, con Paxlovid (la pillola anti-Covid, ndr) quei pazienti avranno un potente strumento medico. Ci sono famiglie, ambienti di lavoro o scuole per utilizzare Paxlovid in attesa che il nostro studio per la profilassi possa immediatamente reprimere un focolaio. E, naturalmente, dobbiamo vaccinare la popolazione che rifiuta il vaccino. Per loro sarebbe uno strumento salvavita. Quindi non vedo davvero alcun impatto sulla vaccinazione».

 

La sperimentazione sta dando risultati incoraggianti. La pillola sarebbe in grado di ridurre dell’89% i rischi di ospedalizzazione e decesso. Dolsten è realista: se vogliamo salvare le vite dei no vax, meglio la pillola che nulla. Il suo ragionamento non finisce qui: «Se vogliamo gestire un decennio o decenni endemici di questo virus, dobbiamo usare entrambi (vaccino e pillola, ndr). Continueremo a dire che la vaccinazione è fondamentale, ma la terapia può essere complementare o addirittura sinergica». Non siamo abituati a sentirlo dire. Tutti noi speriamo che finirà presto. Pfizer ci riporta con i piedi per terra: la pandemia sarà endemica per un decennio, se non addirittura per decenni.

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