inchiesta sulla droga
Luca Morisi, tutto come previsto: la Procura chiede l'archiviazione. E resta l'ipotesi della trappola politica
Come era facile prevedere la vicenda giudiziaria di Luca Morisi, l'esperto di comunicazione dietro alla Bestia social di Matteo Salvini, è destinata e estinguersi definitivamente ma tant'è, il fango nel ventilatore stato già gettato. La Procura di Verona ha già preparato l'archiviazione dell'inchiesta che chiederà martedì 30 novembre. Insomma, niente processo sulla notte a base di sesso e droga con i due escot romeni consumata il 14 agosto scorso a Belfiore, nel Veronese.
"La richiesta di archiviazione è per particolare tenuità del fatto" conferma la procuratrice Angela Barbaglio al Corriere che ha dato la notizia. Gli interrogatori hanno fatto crollare le macchinazioni politiche. Morisi ha ammesso di aver acquistato la cocaina per la serata, ma ha negato di aver procuratore la "droga dello stupro". Tutto confermato anche dalle chat tra il collaboratore di Salvini - che nel frattempo ha lasciato la guida della comunicazione social della Lega - e i ventenni romeni.
I tre si accordano per un pagamento di 2.500 euro per una notte insieme e Morisi accetta che loro portino la "droga dello stupro" mentre lui ha della cocaina. Poi qualcosa va storto e i due romeni chiamano il 112 per un presunto tentativo di furto e quando arrivano i carabinieri uno degli escort consegna loro il flacone di Lgh.
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Insomma, sarebbe escluso l'illecito del consumo di gruppo, come sostiene adesso la Procura con la sua richiesta di archiviazione, e la parola passa al gip. Ma restano ombre sulla vicenda. "Del resto non è un mistero che Morisi non fosse ormai ben visto da una parte degli esponenti del Carroccio che riteneva troppo aggressive le sue campagne social. Anche per questo non è stata ancora fugata l'ipotesi che quell'incontro a pagamento fosse una trappola" si legge nella ricostruzione del quotidiano. Intanto il risultato è la cancellazione della reputazione di Morisi.