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È panico per la variante Omicron dal Sudafrica: può bucare i vaccini ed è più contagiosa

Dario Martini
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È classificata come variante «Voc» (variant of concerns), ovvero degna di destare preoccupazione. Viene dal Sudafrica dove è apparsa la prima volta. Identificata inizialmente con la sigla B.1.1.529, è la nuova mutazione del Covid che spaventa tutto il mondo. Come al solito, l’Oms le ha dato un nome scegliendo una lettera greca, di qui in avanti si chiamerà Omicron. I primi studi hanno rilevato che è molto più contagiosa delle altre varianti finora conosciute, anche della Delta, e che potrebbe essere in grado di aggirare la protezione dei vaccini.

 

I Paesi dell’Unione europea, e quindi anche l’Italia, ha vietato gli ingressi in Italia a chi negli ultimi quattordici giorni è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Malawi ed eSwatini. Il ministro Speranza ha assicurato: «Seguiamo la strada della massima precauzione». L’ordinanza, con scadenza 15 dicembre, prevede anche che chi è già in Italia, ma è stato nei 14 giorni precedenti in uno di questi paesi, deve comunicarlo al dipartimento di prevenzione della Asl competente, sottoporsi a test molecolare, fare dieci giorni di isolamento fiduciario e al termine un altro tampone molecolare.

 

L’allerta è al livello massimo anche perché è già stato registrato il primo caso in Europa. È<FG>stato individuato in Belgio, dove una donna è risultata positiva, sintomatica, dopo un viaggio in Egitto con scalo in Turchia. Non è vaccinata e ha manifestato i sintomi undici giorni dopo il rientro dal Cairo. Questo non è l’unico caso confermato al di fuori dell’Africa australe. Sono stati registrati anche a Hong Kong e in Israele.

L’Organizzazione mondiale della sanità fa sapere che «questa variante ha un gran numero di mutazioni, alcune delle quali sono preoccupanti». E sottolinea: «Gli elementi preliminari suggeriscono un rischio innalzato di ri-contagio». Inoltre, pare che «abbia un vantaggio quando si propaga». Tomas Peacock, virologo dell’Imperial College, ha parlato di una variante «con un profilo di mutazioni veramente orribile». Lo scienziato ha spiegato che ci vorranno «diverse settimane» per effettuare i test di laboratorio necessari per determinare se gli attuali vaccini contro il Covid siano efficaci» contro l’Omicron.

 

Tornando all’Italia, Speranza dice che «sarebbe da irresponsabili non preoccuparsi», perché «ha oltre trenta mutazioni della proteina Spike, va presa con grandissima attenzione». Lo Spallanzani di Roma ha costituito una task force per analizzare i dati che arrivano da tutto il mondo, «predisporre il sequenziamento dei ceppi ai fini della sorveglianza virologica» e definire «le misure da adottare». Per il direttore dell’Istituto nazionale di Malattie infettive, Francesco Vaia, «non è più rinviabile l’adeguamento dei vaccini alle nuove varianti».

Pfizer si è già mossa. Fa sapere che ci vorranno sei settimane per sviluppare le dosi in grado di contrastare l’Omicron. Ed entro cento giorni le fiale potranno già essere distribuite. Il colosso farmaceutico, comunque, spiega che non si può ancora dire con certezza che il vaccino attuale non resti valido. Anche Moderna è al lavoro. Sta preparando un richiamo ad hoc a dose più alta.
 

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