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Addio a Ennio Doris, banchiere buono e innovativo. Fondò Banca Mediolanum

Andrea Giacobino
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Si è spento ieri notte a 81 anni Ennio Doris, fondatore e presidente onorario di Banca Mediolanum, un grande e innovativo banchiere e anche un uomo di profondi valori. L'annuncio è stato dato dalla moglie Lina Tombolato, sposata nel 1966, e dai figli Sara e Massimo. «Ci ha lasciato Ennio Doris - ha detto ieri Silvio Berlusconi, suo socio fin dall'inizio in Banca Mediolanum -. Un grande uomo, un grande imprenditore, un grande patriota, un grande italiano. Un uomo generoso, altruista sempre attento agli altri, sempre vicino a chi aveva bisogno. Ci mancherà molto, mi mancherà moltissimo». Doris era nato a Tombolo (Padova) il 3 luglio del 1940, paese dove sabato prossimo si svolgeranno i funerali. Per oltre 40 anni è stato indiscusso protagonista della grande finanza italiana nonché imprenditore, banchiere e fondatore di Banca Mediolanum, una delle più importanti realtà del panorama bancario nazionale presente anche in Spagna, Germania e Irlanda. Nel 1992 gli fu conferita l'onorificenza di ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica e nel 2002 quella di Cavaliere del Lavoro. Dal 2000 al 2012 Doris è stato consigliere di amministrazione di Mediobanca e di Banca Esperia. Dal 1996 amministratore delegato della holding Mediolanum fino al 2015, anno della fusione per incorporazione in Banca Mediolanum. Fino allo scorso 3 novembre, Doris ha ricoperto la carica di presidente di Banca Mediolanum, per diventare presidente onorario.

 

 

Da bambino Doris sogna di diventare mediatore di bestiame come il padre, ma all'età di 10 anni si ammala di nefrite e si concentra così sugli studi. Dopo il diploma in ragioneria presso la scuola superiore «Jacopo Riccati» di Treviso, inizia la carriera lavorativa presso la Banca Antoniana di Padova nella filiale di San Martino di Lupari (Padova) dove lavora dal 1960 al 1968, per diventare poi direttore generale delle officine meccaniche Talin di Cittadella (Padova) insieme all'industriale Dino Marchiorello, personaggio chiave nella vita di Doris. Infatti, proprio un episodio vissuto con Marchiorello, costituirà un vero e proprio punto di svolta della vita di Doris: a bordo della Citroen Pallace nuova fiammante dell'industriale, scopre che «...i suoi piedi affondano su una moquette morbidissima e avvolgente». Salire su quella macchina fu una illuminazione, in un attimo gli fu tutto chiaro. Quell'uomo stava guidando l'auto dei suoi sogni, dirà in seguito: quell'uomo, stava «guidando» la sua vita. Da lì Doris intuisce che, per guidare la propria vita, deve scegliere di diventare imprenditore. Vede l'amico Gianfranco Cassol fare il promotore e così nel 1969 inizia anch'egli l'attività nel campo della consulenza finanziaria presso Fideuram, occupandosi di gestione dei risparmi delle famiglie e, dal 1971 al 1981, in Dival (Gruppo Ras), dove partito con un gruppetto di collaboratori, in pochi anni arriva a gestire oltre 700 professionisti. Durante quei primi importanti anni di esperienza sono innumerevoli gli incontri con clienti che gli affidano il loro «denaro che viene dal sudore e dal sacrificio» come ricorda lo stesso Doris. È in particolare decisivo l'incontro e il dialogo di una sera con un falegname che sceglie di investire una somma più che ragguardevole: 10 milioni di lire di circa quarant'anni fa. «Signor Doris, sa cosa le ho dato?» mi domanda il falegname «Sì, 10 milioni», rispondo io. «No, si sbaglia», mi dice. Mi fa vedere i calli impressionanti della mano destra e aggiunge: «Le ho dato questi! E si ricordi che io non posso permettermi di ammalarmi, perché altrimenti la mia famiglia non va avanti».

 

 

Quell'incontro segna per sempre la sua vita professionale.«Lì ho capito quello che dovevo fare: aver successo non perché sono bravo a vendere qualcosa, ma perché sono utile alle persone. Per farlo, però, devo avere a disposizione tutti gli strumenti necessari, compresi quelli bancari», per realizzare quel progetto imprenditoriale in grado di offrire ai clienti risposte a tutti i bisogni finanziari delle persone. Così, nel febbraio 1982, dopo l'incontro a Portofino con Silvio Berlusconi e con il supporto imprenditoriale e logistico del Gruppo Fininvest, Doris fonda Programma Italia, la prima rete di consulenti globali nel settore del risparmio, con un'idea tanto semplice quanto potente e innovativa: «Diventare il punto di riferimento della famiglia italiana per il risparmio». Inventa così un nuovo modo di fare banca, avvicinando la finanza alle persone e creando un modello industriale precursore dei tempi. Nei primi anni Novanta «importa» dal Regno Unito l'idea di una banca senza sportelli, quando internet inizia a muovere i primi passi anche in Italia. Un'intuizione, anche questa, in cui scorge con lungimiranza le trasformazioni che ancora oggi investono profondamente il settore bancario. La sua è una scommessa sul futuro, un invito a non aver paura. Perché l'intelligenza e la capacità di costruire fiducia tra le persone resteranno al centro di tutto: «Le filiali faranno la fine delle cabine telefoniche. Ma non sparirà la presenza umana» avrà modo di commentante negli anni successivi. Nella sua visione, infatti, questo innovativo modello di banca assegna un ruolo ancor più cruciale alle persone: «consulenti che guidano il cliente nelle scelte fondamentali della loro vita, in un mondo sempre più complesso».

 

Nel 1995 nasce Mediolanum Spa, la holding a cui fanno capo tutte le società del conglomerato del Gruppo, e questa riorganizzazione permette la quotazione in Borsa nel 1996 e, nel 1998, l'ingresso nel listino Mib30. Nel 1997 Programma Italia si trasforma in Banca Mediolanum, la più innovativa banca telematica d'Italia, nata senza sportelli, la prima a dare il servizio di home banking con telefono e il teletext con il televisore di casa, fondendo così le potenzialità dell'approccio tecnologico con la professionalità del consulente finanziario. Nello stesso anno nasce in Irlanda Mediolanum International Funds Limited, società di Gestione del risparmio. Nel 2000 Banca Mediolanum dà il via al processo di espansione all'estero approdando dapprima in Spagna per replicare il modello di successo italiano attraverso l'acquisizione del Gruppo Bancario Fibanc e proseguendo poi, l'anno successivo, con l'acquisto di Gamax Holding Ag e di Bankhaus August Lenz&Co in Germania. Sempre nel 2000 Doris ed Enrico Cuccia siglano un'alleanza che si concretizza in un accordo di joint venture e di scambio azionario fino al 2% tra Mediolanum e Mediobanca. Siamo ancora nel 2000 quando il fondatore di Banca Mediolanum traccia un cerchio sulle sabbie di un lago salato per spiegare il suo nuovo modello di banca: quella «costruita intorno a te». Profondo innovatore, Ennio Doris rompe gli schemi canonici anche della comunicazione e si mette in gioco in prima persona divenendo testimonial della campagna pubblicitaria della banca affinché i clienti conoscano e vedano il volto del banchiere a cui affidano i loro risparmi.

 

 

Nel 2008 il testimone aziendale passa al figlio Massimo che da allora è alla guida di Banca Mediolanum come amministratore delegato portando la società a diventare una realtà ancor più di successo tra i principali player nel mercato bancario e del risparmio gestito in Italia e in Europa. Nel settembre dello stesso anno il fallimento della Lehman Brothers coglie di sorpresa i mercati di tutto il mondo innescando una crisi economica mondiale senza precedenti. Per volontà di Ennio Doris, Banca Mediolanum decide di agire tempestivamente per tutelare gli 11 mila clienti che hanno subìto perdite con le polizze index linked collegate ai titoli Lehman. I due azionisti di maggioranza, la famiglia Doris e il gruppo Fininvest, scelgono così di intervenire a proprie spese rimborsando con 120 milioni di euro gli 11mila clienti impattati, senza esporre in alcun modo gli azionisti di minoranza della banca. È un segnale concreto di vicinanza alle persone. Per Ennio Doris, «un'occasione per dimostrare che siamo diversi» dagli altri e «il miglior investimento della mia vita» come avrà modo di ricordare in più occasioni. L'anno dopo, infatti, i risultati commerciali toccano 5,8 miliardi di raccolta netta, quasi il doppio del 2007. Perché la fiducia genera fiducia. E come spesso ha ricordato: «Il miglior modo per essere egoisti è essere altruisti». La volontà di essere concretamente vicini ai clienti, di voler fare di più o dare di più appartiene da sempre alla visione di Doris della quale è totalmente permeatala cultura e l'identità aziendale di Banca Mediolanum. Lo testimoniano le numerose iniziative solidali messe in campo in occasione di catastrofi naturali, calamità finanziarie, alluvioni, terremoti in cui la banca è intervenuta a sostegno di clienti e collaboratori mediante erogazioni liberali pari a 230 milioni di euro in totale, dal primo intervento, datato 1994, in poi.

L'impegno a ricercare sempre soluzioni innovative in grado di favorire la crescita delle imprese e del Paese è una costante nel percorso di Doris. La sua idea di sradicare il sistema bancocentrico e di creare collegamenti diretti tra il risparmio privato e l'economia reale gli fa individuare nei Piani Individuali di Risparmio uno strumento prezioso, una rivoluzione su cui decide di scommettere con decisione ed energia nel 2017 facendosi apripista e portavoce verso l'intero sistema del risparmio gestito italiano. Tenacia, impegno, dedizione costante sono anche i tratti fondamentali dello sport più «popolare» per eccellenza: il ciclismo, per cui Doris nutre, non a caso, una passione vera e sincera, che lo fa annoverare tra i principali opinionisti, commentatori e autori di libri che hanno narrato non solo lo sport ma l'epopea di un'epoca. La storia di quell'Italia che ha fatto della ricostruzione del secondo dopoguerra il vanto di un'intera nazione. «C'è anche domani» (Sperling & Kupfer) è il titolo del libro a lui dedicato in cui ricorda la frase detta da suo papà Alberto dopo una sconfitta di Fausto Coppi: andare oltre, pensare sempre positivamente al futuro nonostante tutto. Inguaribile ottimista, banchiere illuminato, pronto a fare la propria parte per il suo amato Paese, uomo guidato da una fortissima fede cattolica e mosso da un sincero principio di restituzione: Ennio Doris lascia un'eredità non comune di valori e di visione.

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