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La rivelazione del figlio di Diego Armando Maradona nell'anniversario della morte: "Mi chiedeva scusa e l'ho perdonato"

Francesco Fredella
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Diego Armando Maradona jr riavvolge il nastro e ricorda suo padre ad un anno esatto dalla morte. Lo fa intervenendo in diretta a Non stop news su RTL 102.5.  “E’ stato un anno molto triste. Oggi lo è ancora di più. Affiorano ricordi e sensazioni, è un giorno brutto”, dice.

 

 

“Non posso essere arrabbiato in un giorno del genere, c’è una causa in Argentina aperta. Noi figli siamo parte lesa. Abbiamo un’idea su come siano andate realmente le cose, ma per rispetto della magistratura non possiamo parlare. Se qualcuno è stato negligente e l’ha lasciato morire pagherà”. Le sue parole sono chiarissime. Il figlio del Pibe de Oro vuole la verità, che sta inseguendo da un anno. Perizie, carte bollate e processi. “Una delle cose più tristi è che mi chiedeva scusa. L’ho sempre perdonato. E’ stato consigliato male, era troppo buono. Era un suo grande difetto”, continua intervenendo al telefono. Suo padre è la vera leggenda del calcio. Un uomo molto generoso, che con il pallone era un vero fantasista.

 

 

Poi, durante la diretta, Diego Armando Maradona jr. dice: “Mi sono sempre sentito figlio di Diego. Ho avuto una grande madre, che mi ha sempre raccontato tutto. Non importa chi sia tuo padre: uno cerca il proprio genitore per un diritto all’identità. L’ho cercato perché avevo bisogno del suo affetto”. Maradona era un uomo solo? E’ morto all’improvviso, in un tardo pomeriggio italiano lasciando un grande vuoto. Incolmabile. Ne ha parlato tutto il mondo e le immagini della casa dove viveva hanno lasciato tutti senza parole.  Si parla da tempo del cosiddetto “tesoro” di Maradona: soldi, gioielli, orologi e chissà quanto altro. “Secondo me dobbiamo ancora trovare tantissimo, ci stiamo impegnando per trovare quello che hanno nascosto”, svela Diego Armando jr. Che lascia tutti senza fiato quando dice: "Un anno fa se ne andava una persona scelta da Dio per insegnarci a giocare a calcio. Oggi gli direi: ti rendi in conto quanta gente ti ama? Papà ha risvegliato la vera napoletanità grazie al calcio”.

 

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