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L'Aria Che Tira, l'Aifa corre sul vaccino Covid ai bambini: rischio obbligo. L'epidemiologa Salmaso: "Servono dati"
Lunedì 29 novembre semaforo verde per il vaccino anti Covid ai bambini tra i 5 e gli 11 anni? Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e membro del Comitato tecnico scientifico, nel corso di una lunga intervista a SkyTg24, ha annunciato: “La decisione dell’Ema di somministrare il vaccino nella fascia tra 5 e 11 anni potrebbe arrivare tra oggi o domani, a cui seguirebbe quella dell’Aifa entro 24 ore.
Le vaccinazioni potrebbero partire anche dal prossimo lunedì”. E lancia un’altra notizia: “L’obbligo per i bambini? Non è escluso, è una valutazione che verrà fatta progressivamente e ponderata con rischi e benefici. I dati dell'epidemia ci stanno dicendo che la categoria 5-11 anni è quella che presenta il maggior numero di casi incidenti. Il quadro sta cambiando, anche i bambini sono ricoverati e non hanno patologie concomitanti, il rischio dell'infezione sta diventano molto superiore al rischio del vaccino che negli studi non esiste”.
La prima versione del Covid-19 risparmiava i bambini, mentre adesso le sue mutazioni li contagiano con una percentuale tra il 25 e il 30%. La curva epidemiologica in Italia è in risalita anche se la situazione resta sotto controllo rispetto al resto d’Europa e per Palù è necessario accelerare sulla terza dose, il cd. booster”. A breve, l’Aifa dovrà esprimersi anche sulle pillole antivirali prodotte da Merck e Pfizer come metodo di contrasto alla pandemia: “Si parla sempre di vaccini in ottica preventiva, ma anche i mezzi terapeutici sono molto importanti sono in grado di inibire enzimi essenziali per la replicazione del virus”.
Sulla durata del green pass, lo scienziato ha scelto una posizione pragmatica: “Se riducessimo il tempo a sei mesi per i vaccinati sarebbe una misura di garanzia, ma molta gente non potrebbe usarlo: tanti hanno ricevuto la seconda dose da più di sei mesi. Nove mesi è un buon compromesso, contando anche i mezzi e le risorse disponibili per le vaccinazioni”, mentre sull’obbligo di vaccinazione: “Non è un tabù, soprattutto per i dipendenti della pubblica amministrazione perché lavorano a stretto contatto con il pubblico”.
Intanto a “L’Aria che Tira”, l’approfondimento del mattino di LA7, l’epidemiologa Stefania Salmaso, ospite mercoledì 24 novembre, sposa la linea del collega Palù e invita a basarsi sui dati e non sulle opinioni per vaccinare i bambini, mentre esprime maggior cautela sull’obbligo: “Non ho elementi per dire quanto sia solida questa ipotesi, l’imposizione per i bambini si baserebbe solo sul fatto che vanno a scuola, ma non credo che sia una misura che rassereni gli animi e porti a scelte tranquille”.
La scienziata ha però strappato il velo di ipocrisia che avvolge l’obbligo: “Si dice che lo Stato non lo metto perché avrebbe maggiori responsabilità, ma non è così. Ricordo che la vaccinazione per il morbillo non era obbligatoria bensì ‘fortemente raccomandata’. Ebbene la giurisprudenza ha detto che quando un vaccino è ‘fortemente raccomandato’ le responsabilità sono le stesse che ci fosse l’obbligo, impone allo Stato le stesse responsabilità verso avventi avversi se viene dimostrato che sono correlati al vaccino. Questo elemento polemico andrebbe eliminato”.