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Dobbiamo vaccinare tutto il mondo, Garattini fa infuriare Borgonovo. Botta e risposta a L'aria che tira

Federica Pascale
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Vaccini, super green pass e libertà limitate. Questi i temi caldi che sono stati affronti durante la puntata del 23 novembre de L’Aria che Tira di Myrta Merlino. A confrontarsi: Luciano Gattinoni, anestetista rianimatore e professore dell’Università di Göttingen, Silvio Garattini, farmacologo e fondatore dell’istituto Mario Negri di Milano, e Francesco Borgonovo, uno dei giornalisti più critici rispetto alla gestione della pandemia nonché vicedirettore de La Verità. 

 

“Sono per l’obbligo vaccinale, quando il 50% dei posti in terapia intensiva è occupato da malattie COVID siamo all’emergenza” afferma Gattinoni, sottolineando che il vaccino è “l’unica arma preventiva che abbiamo.” Segue l’intervento del farmacologo Garattini, anche lui favorevole all’obbligo vaccinale ma che suggerisce, prima, di percorrere una strada preventiva ossia quella di “abolire dal green pass il tampone” che definisce uno strumento totalmente irrazionale. “Chi non vuol vaccinarsi può stare a casa sua” aggiunge.

 

Sul punto interviene Borgonovo che evidenzia come sia palese a tutti che il tampone è una “fotografia” dello stato di salute della persona esaminata, e non una cura. Proprio per questo, e visto che è risaputo che anche i vaccinati possono trasmettere la malattia, il tampone rimane uno strumento fondamentale, con tutte le sue limitazioni, per limitare i contagi. “Siamo il continente più vaccinato e anche quello con più contagi, lo dice l’OMS” - afferma a sostegno della sua tesi - “se domani i no vax sparissero, non finirebbe tutto.”

 

“Dobbiamo vaccinare tutto il mondo affinché la pandemia finisca” contesta Gattinoni, che trova però ferma opposizione in Borgonovo che invece vede la soluzione nelle cure, tant’è che in effetti il generale Figliuolo si sta già attrezzando per l’acquisto della “pillola anti-covid”, ossia un farmaco antivirale orale che pare arriverà in Italia subito dopo Natale. 


 

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